La scuola del silenzio

Una vacanza dal rumore: corsi di silenzio (artistico, meditativo, escursionistico), fra le colline di Anghiari

Convegni & maratone del silenzio

Da Milano a Torino, da Foligno a Roma, incontri con audiologi, naturalisti, astronomi, filosofi, scrittori...

I taccuini del silenzio

Pensieri per un momento di stacco, libri da tenere in tasca, per ritagliarsi una pausa di silenzio.

Spettacoli, festival, mostre del silenzio

Reading, concerti, festival, gite in barca e nelle oasi acustiche, mostre: il silenzio può essere un'occasione di divertimento e passeggiate

Il pubblico

I veri protagonisti di AdS siete voi. Vuoi iscriverti? Vuoi diventare un operatore del silenzio? Invia un breve curriculum

Scuola di Pedagogia del Silenzio 2014

Ecco una nuova proposta dall'Accademia del Silenzio, nella località di San Leo, in collaborazione con la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari.
Un'esperienza di fine estate per esperti in educazione alla cultura e alle pratiche del silenzio.



SAN LEO ( Rimini) 27-30 agosto 2014

Accademia del silenzio propone nell’anno 2014 la prima edizione estiva della Scuola di pedagogia del silenzio, nella cornice paesaggistica e negli spazi didattici suggestivi del borgo medioevale di San Leo, in collaborazione con la Libera Università dell’ Autobiografia di Anghiari. 

La Scuola si prefigge la formazione di Esperti in educazione alla cultura e alle pratiche del silenzio, per una loro diffusione nel mondo della scuola, nelle comunità sociali e locali, nella vita personale e di relazione. Il suo intento mira a valorizzare l’ importanza del silenzio per il benessere psicologico, per la creazione di momenti di condivisione non solo dedicati alla parola, per il miglioramento delle consuetudini e degli atteggiamenti mediante i quali ci rapportiamo alle bellezze artistiche, naturalistiche e del paesaggio. Momenti inoltre volti ad accrescere, a consolidare, a riscoprire l’ amore per la lettura, la scrittura, la poesia, la meditazione, il senso estetico, il rispetto per la natura, l’ ascolto musicale e delle voci umane. La Scuola intende pertanto proporsi come luogo nel quale, in una realtà di straordinario fascino ambientale, i partecipanti potranno vivere e sperimentare, sia individualmente che insieme, momenti di apprendimento, di conoscenza di sé, di narrazione reciproca, attraverso lezioni, laboratori, escursioni in cammino diurne e notturne tra le colline circostanti. 
Al fine di saperli riproporre nei loro luoghi di vita, di impegno sociale ed educativo, di lavoro, nonché negli ambiti più diversi nei quali il predominio del rumore turbi e comprometta la crescita della nostra vita interiore. 

PROGRAMMA
27 agosto

Ore 15 Saluti di benvenuto del sindaco di San Leo e del prof. Roberto Farnè Università degli studi di Bologna, sede di Rimini Presentazione della Scuola e dei partecipanti
Ore 16 Laboratorio di scrittura e di filosofia del silenzio con Duccio Demetrio
Ore 18 Laboratorio di meditazione con Giampiero Comolli
Ore 21,30 Scrivere in cammino vagando tra le campagne di San Leo
con Duccio Demetrio

28 agosto

Ore 9 Laboratorio di meditazione con Giampiero Comolli
Ore 11 Il silenzio: tra sociologia e poesia: con Gianni Gasparini
Ore 15 Laboratorio di poesia con Stefano Raimondi
Ore 21 Musica e silenzio: concerto pianistico con Emanuele Ferrari aperto a tutta la cittadinanza
29 agosto

Ore 9 – 13 I silenzi nel cinema: con Emanuela Mancino
Ore 15 Incontro con Nicoletta Polla- Mattiot: comunicare il silenzio
Ore 18 Dinanzi ai paesaggi del silenzio: cercarli e riconoscerli con Raffaele Milani e Rosita Copioli
Ore 21 Serata pubblica di poesia con Angelo Andreotti e Stefano Raimondi, letture di Mariagrazia Comunale, vagabondaggi poetici

30 agosto

Ore 9 Marco Ermentini : Le città per il silenzio e le “timidezze” dell’ architettura
Ore 11 Incontro con Antonio Ria: Fotografare il silenzio
Ore 14- 16 Commiato e progetti di promozione della cultura del silenzio, sperimentazioni e appuntamenti.

Tutor Benedetta Gambacorti – segreteria organizzativa Renato Li Vigni

segreteria@lua.it 0575 788847
 


https://www.dropbox.com/s/1pshrjyqoqlmg7s/SCUOLA%20DI%20PEDAGOGIA%20DEL%20SILENZIO%20%281%29.docx

L'Accademia del Silenzio e i suoi taccuini

Appuntamento Giovedi 6 Febbraio 2014, alle 18.30, presso la libreria Azalai, per una conversazione a più voci intorno all'"arte del silenzio".
Oltre a promuovere corsi e laboratori dove apprendere le potenzialità terapeutiche e comunicative del silenzio, l'Accademia pubblica regolarmente, con le edizioni Mimesis, i Taccuini del silenzio.
In questa occasione saranno presenti i membri del gruppo promotore dell'Accademia: Giampiero Comolli, Duccio Demetrio, Marco Ermentini, Emanuele Ferrari, Giovanni Gasparini, Emanuela Mancino, Nicoletta Polla-Mattiot, Stefano Raimondi e Antonio Ria.
Non mancate!
http://libreriaazalai.files.wordpress.com/2013/12/accademia_silenzio.jpg

Recensione "Il segreto all'opera" di Emanuela Mancino

Emanuela Mancino - Il segreto all'opera.
Mimesis Edizioni

Il famoso teorema di Godel nella sua prima parte dimostra che in ogni sistema complesso ci sono delle verità indimostrabili. In particolare il teorema afferma che in matematica ci sono verità indimostrabili. Ma non solo in matematica. La vita dell’uomo è circondata da verità indimostrabili. Il silenzio è di sicuro una di esse. Esiste. Paradossalmente lo ascoltiamo. Delle volte lo cerchiamo. Più spesso lo sfuggiamo. Ma lui è lì ed è fatto della stessa nostra sostanza. Noi siamo il silenzio che ascoltiamo. Noi siamo il silenzio che produciamo. E pertanto se il silenzio è verità indimostrabile prodotta da noi stessi allora l’uomo stesso, o almeno parte di lui, è una verità indimostrabile. Spesso per spiegare il teorema di Godel si ricorre all’opera di Pirandello, ma credo sia fuorviante. Le tematiche pirandelliane si addicono di più al paradosso del cretese “Tutti i cretesi mentono io sono un cretese”.
In questo paradosso è impossibile stabilire una verità. Il teorema di Godel invece ci dice che una verità, anche se indimostrabile, esiste. Il silenzio lo è. Ma come si può parlare di una verità indimostrabile, come il silenzio? Ce lo racconta la seconda parte del teorema di Godel nell’affermare e dimostrare che un sistema complesso per completarsi deve uscire dal suo sistema di riferimento. Pertanto per parlare del silenzio bisogna uscire dal silenzio. E il termine uscire è da intendere nel suo significato etimologico, ossia andare (ire) fuori (ex).
Ma ciò che è interessante nell’etimo di uscire è la “u”, voce semanticamente prossima a uscio. E a sua volta l’uscio rimanda etimologicamente al primitivo “os”, bocca. E’ dalla bocca che si parte per parlare del silenzio ed è quello che in maniera permanente e persuasiva si assiste nel leggere “Il segreto all’opera” di Emanuela Mancino.
Il libro è un continuo movimento della labbra, ora serrato come nel ritratto della “Signora sulla veranda” di Munch (“Apprendere dal, nel e con il silenzio implicherà quindi imparare a saper guardare meglio quel che parla incessantemente o prepotentemente, dicendosi in immagini, in suoni e negli ingressi di un mondo vociante che risultano non sempre arginabili ai nostri sensi”). Ora aperto come un canto gregoriano ( “se si continua ad ascoltare con gli stessi occhi il silenzio, si sentiranno sempre le stesse parole” ). Ora dolce e di passione come il bacio di Cary Grant e Ingrid Bergman in Notorius ( “Osservare il silenzio diviene ancora qui, rispettare che le cose, le voci, le parole e le immagini esprimano la loro realtà attraverso un esteriore esperibile ma in grado di mantenere le dimensioni del segreto. La bellezza è, in tal senso, simbolo: presuppone un incontro, un’unione, un dialogo. La bellezza è quindi metodo, percorso di accoglienza e di ospitalità di ciò che rimane misterioso”).
E non è un caso credo, che sia il movimento delle labbra la cifra stilistica del libro, dal momento che Emanuela Mancino guarda al silenzio allo stesso modo con cui si guarda una lingua. Il silenzio è un linguaggio ed Emanuela Mancino ci conduce nel suo alfabeto, nelle sue regole grammaticali, nella sua sintassi. E lo fa, come da par suo, lasciandosi attraversare dalla poesia, dalla filosofia, dal cinema ossia dalla narrazione.
In questo scavo archeologico alla ricerca della grammatica del silenzio Emanuela Mancino fa entrare il lettore in cripte segrete dove vi sono sulle pareti le figure parlanti della sua ventennale ricerca. Simone Weil, Levinas, Ricoeur, Carotenuto, Pirandello, Barthes, Bachelard, Rilke, Bousquet, ma anche Tarkovsky, Kim Ki-Duk e altro ancora. Personalità della cultura e dell’arte che sono il passato prossimo della nostra storia, ma che lei posiziona in un luogo quasi mitico. Ma è proprio quest’operazione che ricorda ciò che Jean-Pierre Vernant fece con la cultura greca, ci permette di leggerli con gli occhi del presente. Facendone uno specchio in cui l’uomo contemporaneo vede riflesso in lontananza la grandezza, la bellezza e il mistero del silenzio.
E allora ecco che, mentre leggi, intuisci che l’uscire, come la logica impone, per affrontare il silenzio non è altro che un viaggio interiore. Il vocabolario del silenzio è fatto di stati d’animo che riguardano il nostro “sentirci nel mondo” e non del nostro “Gettarci nel mondo”. E’ qui che, non senza vis polemica, ci viene svelato l’etica del discorso.
Il suo essere educazione. La filosofia del libro. Ossia una filosofia che contrappone alla cosi detta ipertrofia segnica o l’inquinamento immaginifico che “hanno condotto ad un’altra forma di disagio, di ordine opposto alla paura del vuoto, ma di senso estremamente prossimo …“, il miracolo del silenzio che ognuno dovrebbe guardare con commozione, nostalgia. Così alla fine de “Il segreto all’opera” sai molte cose di quella verità indimostrabile che è il silenzio. Sai che è un linguaggio dell’anima composto d’amore, un male, come dice Bacon, necessario. E si è grati a chi lo ha scritto.

Recensione di Mimmo Sorrentino