La scuola del silenzio

Una vacanza dal rumore: corsi di silenzio (artistico, meditativo, escursionistico), fra le colline di Anghiari

Convegni & maratone del silenzio

Da Milano a Torino, da Foligno a Roma, incontri con audiologi, naturalisti, astronomi, filosofi, scrittori...

I taccuini del silenzio

Pensieri per un momento di stacco, libri da tenere in tasca, per ritagliarsi una pausa di silenzio.

Spettacoli, festival, mostre del silenzio

Reading, concerti, festival, gite in barca e nelle oasi acustiche, mostre: il silenzio può essere un'occasione di divertimento e passeggiate

Il pubblico

I veri protagonisti di AdS siete voi. Vuoi iscriverti? Vuoi diventare un operatore del silenzio? Invia un breve curriculum

Su 'Salvalingua'

Nel programma radiofonico Salvalingua, in onda su Radio Radio, Massimo Persotti intervista Duccio Demetrio sull'Accademia del Silenzio




Approfondimento e condivisione seminari SdS


Approfondimento e condivisione seminari SdS

Una pagina per ogni gruppo di lavoro avviato durante la Scuola del Silenzio che si è tenuta ad Anghiari dal 25 al 27 agosto.

Una pagina per ripensare, commentare, condividere, leggere e rileggere silenziosamente davanti al proprio schermo ciò che è avvenuto nelle calde e magiche giornate anghiaresi.

Il silenzio è nelle parole a cura di Angelo Andreotti, Maria Grazia Comunale –> Vai alla pagina dedicata.

Una luminosa quiete. I fondamenti comuni nelle pratiche di meditazione a cura di Giampiero Comolli –> Vai alla pagina dedicata.

Camminare in Val Sovara nelle ascesi della scrittura a cura di Duccio Demetrio –> Vai alla pagina dedicata.

Il piacere inter-detto. Il film come sguardo raccontato in silenzio a cura di Emanuela Mancino –> Vai alla pagina dedicata.

Parlare col silenzio, dialogare senza parole. Letture, esercizi e tecniche per comunicare tacendo a cura di Nicoletta Polla-Mattiot –> Vai alla pagina dedicata.

Scuola estiva 2011 dell’Accademia del Silenzio


Scuola estiva 2011 dell’Accademia del Silenzio

25-27 agosto, Anghiari

Termini di iscrizione prorogati al 15 luglio

Laboratori

  1. Il silenzio è nelle parole a cura di Angelo Andreotti, Maria Grazia Comunale
  2. Una luminosa quiete. I fondamenti comuni nelle pratiche di meditazione a cura di Giampiero Comolli
  3. Camminare in Val Sovara nelle ascesi della scrittura a cura di Duccio Demetrio
  4. Il piacere inter-detto. Il film come sguardo raccontato in silenzio a cura di Emanuela Mancino
  5. Parlare col silenzio, dialogare senza parole. Letture, esercizi e tecniche per comunicare tacendo a cura di Nicoletta Polla-Mattiot
  6. Le silenziose parole del sogno a cura di Giampiero Quaglino

Lezioni magistrali e conversazioni sul silenzio

25 agosto h 19.00
  • Raffaele Milani, Paesaggi e Silenzi
  • Valentina D’Urso La comunicazione non verbale e l’espressione delle emozioni
  • Marco Ermentini, Imparare a vedere il silenzio con gli occhi. I luoghi timidi e silenti
26 agosto h 19.00
  • Cosimo Laneve, Il silenzio nella scuola
  • Cristina Bracchi, Geografie del silenzio e scritture di sé
27 Agosto h 12.30
  • Stefano Raimondi, La detonazione del silenzio
  • Emanuele Ferrari, Emozione, immaginazione, silenzio nell’ascolto musical

Calendario

I laboratori si svolgeranno dal 25 al 27 agosto
  • 25 agosto: h 15.00 inizio lavori, h 19.00 conversazioni
  • 26 agosto: h 9.00 inizio lavori, h 19.00 conversazioni
  • 27 agosto: h 9 inizio lavori, h 12.30 conversazioni
iscrizione ai laboratori: entro il 15 luglio con possibilità di esprimere due opzioni. Limite massimo di partecipanti per laboratorio: 20. Costo per la partecipazione ai laboratori ed alle lezioni magistrali: 180 euro oltre all’associazione alla Lua
Per iscriversi compilare la scheda.
Scaricare la brochure: EsternoInterno
Descrizione e presentazione dei laboratori
Il silenzio è nelle parole
a cura di A. Andreotti e M.G. Comunale
C’è un silenzio tacito e ha un peso, ha un tempo, ha una semantica; ma poi c’è anche un altro silenzio, che è leggero, è uno spazio, è una sintassi. Il primo è all’insegna del verbo “avere”, il secondo sotto l’egida del verbo “essere”. Uno esprime significati, l’altro li mette in musica facendo sì che questi stessi significati non siano soltanto capiti, ma soprattutto “sentiti”. Noi dunque ci occuperemo del secondo tipo di silenzio, e lasceremo che sia la parola poetica a rivelarlo attraverso la voce che le dà corpo.
Con esercizi che prevedono letture di poesie alternativamente con la mente e con la voce, potrà accadere che il silenzio si faccia sentire, e paradossalmente con maggior forza proprio attorno a quella voce intenta a rendere la parola poetica. Ciascun partecipante proporrà qualche suggerimento poetico, e si munirà di carta e penna per esercitazioni di scrittura.
Una luminosa quiete
a cura di Giampiero Comolli
Le tradizioni religiose hanno elaborato nei secoli diverse forme di meditazione per entrare in un contatto sempre più stretto, intenso e consapevole con Dio o con l’Assoluto. Ma nonostante la loro diversità, tutte queste svariate forme di meditazione poggiano su alcuni fondamenti comuni: la ricerca del silenzio, l’immobilità della postura corporea, l’acquietamento delle tensioni interiori. Se si riconoscono tali fondamenti comuni, e se ne fa esperienza, diventa possibile apprendere e praticare una meditazione di base, laica, aperta a credenti e non credenti, capace comunque, pur nella sua semplicità, di generare nuove forme di coscienza: qualcosa come una “luminosa quiete”, una lucida serenità, non antitetica, bensì contigua e complementare alle forme di consapevolezza rese possibili dalla scrittura poetica e autobiografica.
Camminare in Val Sovara nelle ascesi della scrittura
a cura di Duccio Demetrio
Alla scrittura il silenzio è necessario, al camminare lento si addice la parola attenuata. Per il pensiero sono vitali l’uno e l’altra. Il seminario creerà le condizioni più adatte a vivere l’esperienza del silenzio in una sequela dedita alla meditazione interiore e alla contemplazione dei paesaggi. Si scriverà sulle “cartulae”, taccuini ante litteram, che San Francesco amava portare con sé. La sua religiosità ci accompagnerà in momenti di ascolto del silenzio e della sua parole in una valle i cui sentieri portano alla Verna.
Il piacere inter-detto. Il film come sguardo raccontato in silenzio
a cura di Emanuela Mancino
Il silenzio è il preludio della visione, come il buio che avvolge lo sguardo in sala, al cinema. Il cinema gioca davanti e dentro ai nostri occhi come una magia, è un prestigiatore del nostro immaginario, della nostra memoria e dei nostri sogni. Il silenzio è anche la misura della nostra presenza di fronte allo schermo. Non sempre, però, riusciamo a far parlare quel silenzio: lo sguardo copre le immagini; l’abitudine e la sovrabbondanza di stimoli visivi, acustici, mediatici operano un vero e proprio inquinamento di segni, una saturazione di stimoli che distolgono la visione dal suo rapporto con quel che apparentemente tace, sullo schermo, perchè invisibile. Il percorso laboratoriale condurrà i partecipanti ad attraversare con attenzione il proprio sguardo alle immagini.
Il silenzio diverrà dunque lo spazio aurorale del guardare e del comunicare.
I film e gli spezzoni cinematografici che saranno i luoghi in cui esercitare il silenzio dello sguardo diventeranno allora territori in cui muoversi educandosi al mistero, decostruendo quel che si vede e i modi in cui lo si vede e non decifrando enigmi o impadronendosi di significati: il silenzio ci insegnerà l’attesa e la sosta della visione.
Parlare col silenzio, dialogare senza parole.
a cura di Nicoletta Polla-Mattiot
“Ascoltare con gli occhi”, e non solo con le orecchie, è una qualità dell’amore, la capacità di mettersi in relazione con l’altro e con il suo stato d’animo, oltre che con le sue parole. Gli antichi oratori erano perfettamente consapevoli che, accanto alla comunicazione verbale, c’è un codice parallelo di messaggi che trasmettiamo attraverso il nostro corpo, la postura, la gestualità, le pause, i non-detti, il ritmo e i tempi scelti per parlare. In silenzio e col silenzio si può trasmettere affettività e seduzione, forza e carisma, concentrazione, suspence. Si può incutere rispetto, chiedere e creare attenzione, mostrare tatto, favorire la creatività e la complicità… Esiste una lingua del silenzio e un uso efficace del discorso pausato, che valorizza le parole, che dà forza e credibilità al nostro modo di esprimerci. “Tutte le arti, anche il silenzio, hanno una grammatica. Ma prima bisogna sintonizzarsi sull’anima: con il corpo, con il cuore, con lo sguardo”. Lo sperimenteremo attraverso letture, ascolti ed esercizi pratici. Il seminario è suddiviso in quattro moduli, ciascuno con una parte teorica e una parte pratica (con lavoro di gruppo) di tecniche per comunicare tacendo.
Le silenziose parole del sogno
a cura di G. Quaglino
Il sogno parla in silenzio. Ma, forse, noi nel sogno parliamo in silenzio a noi stessi. Resta il fatto che le parole del sogno non sono facili da udire. Se non prestiamo attenzione, se non dedichiamo ascolto, oltre che silenziose, esse risulteranno mute. Eppure, il sogno è il nostro più prezioso alleato, il confessore più fidato, il miglior conoscitore dei nostri segreti, il narratore più instancabile del nostro cammino. Prepariamoci, dunque, a far parlare i silenzi del sogno come una lingua che possediamo, come una lingua che ci appartiene, ma di cui, forse, non riusciamo sempre a cogliere la voce, a comprenderne le parole.

Serata a Crema






A “CremArena” 2011, il tradizionale pacchetto di iniziative estive dedicate a musica, teatro, opera, cabaret, conferenze, mostre e…quant’altro. Il giorno 22 giugno presso i  Chiostri del complesso di Sant’Agostino a Crema c'era in programma una conferenza-spettacolo dal titolo “L’accademia del Silenzio” con Marco Ermentini  (CR).
Durante la terza serata della rassegna, nonostante la pioggia, uno scorcio di uno dei tanti suggestivi momenti della serata sospesi tra silenzio e parole.

Elena Loewenthal: le parole del silenzio

Il testo dell’intervento di Elena Loewenthal al Simposio dell’Accademia del Silenzio tenutosi ad Anghiari il 10 - 11 giugno 2011

Parlare del silenzio è una contraddizione in termini.

Ma siccome il silenzio è un territorio – tanto interiore quanto esterno a noi -, siccome abbiamo la parola per dare figura e idea e suggestione al mondo, proverò a usarle anche per quel che è apparentemente indescrivibile. Innominabile.

Cercherò di farlo nel modo più pacato e consono, sempre tenendo presente il paradosso che mi guida. Parlare del silenzio è negarlo, ma negarlo è necessario per capirlo…

Del resto, quali competenze ho? Di mestiere uso le parole, che sono il suo contrario. Mi piace il silenzio, ma quando scrivo ascolto musica. Detesto l’inquinamento acustico, mi capita di invidiare chi è sordo per questo, a volte. Il suono è diventato un sottofondo imprescindibile, ovunque. Quindi queste considerazioni sono un azzardo, un arbitrio del tutto personale. Altro che lezione… Non ho certo lezioni da impartire.

Però godo di un osservatorio privilegiato, che deriva anch’esso dalla mia quotidiana consuetudine con le parole, giorno per giorno. Parole scritte.

E in particolare è nel confronto fra lingue diverse che implica la traduzione, è qui, su questo terreno instabile in bilico fra una lingua e l’altra, in questo margine bianco della pagina dove abita di solito l’umbratile mestiere di traduttore, che trovo materia di riflessione. Non voglio tenervi troppo in sospeso, ma un poco ancora sì.

La traduzione è un corpo a corpo con le parole, dove arrivi a conoscerle in un modo tutto speciale, perché è proprio nel confronto fra i sensi, le sfumature, i suoni (benché silenziosi, ascoltati ma non pronunciati), si scoprono realtà che altrimenti resterebbero nascoste lì in fondo, negli interstizi fra le lingue, negli spazi bianchi della pagina. La traduzione, soprattutto se, come nel mio caso, è un viavai fra due lingue molto diverse, con poco o nulla in comune, è non di rado una cartina di tornasole ottima per far saltare all’occhio, alla mente e al cuore, mancanze e ridondanze. Quel che c’è e quello che invece non trovi – qui e lì.

Ora, in italiano siamo costretti a dare un senso assoluto e univoco al silenzio. Le parole, io credo fermamente, non sono solo tramite di significato, non sono un mero strumento di comunicazione. Fra la realtà, la nostra percezione della realtà e le parole, esiste una dinamica costruttiva. Creativa. Le parole fanno la realtà, la modificano e la plasmano non meno del contrario. Se l’italiano ha una sola parola per dire silenzio, allora significa che nella nostra sfera mentale il silenzio è uno solo. Così s’è costruito. Provate a cercare un sinonimo, in italiano. Non c’è, ed è curioso in una lingua così ricca come la nostra, abbondante di termini, lessico, sfumature.

Così, se restiamo sul terreno dell’italiano, non abbiamo altra scelta che quella di considerare il silenzio come un’unica, categorica cosa. Assenza di suono, e basta. Fatichiamo a immaginare un universo concettuale differente, in cui il silenzio sia “cose” diverse. Sia plurale.

Eppure esiste, questa valenza multipla del silenzio. A me l’ha svelato la traduzione, e l’ha svelato nel modo più diretto e pregnante e inequivocabile: attraverso le parole. Perché, a differenza dell’italiano, che è così essenziale (direi quasi insufficiente) con il silenzio, la lingua dalla quale si diparte il mio lavoro di traduzione, cioè l’ebraico, conosce almeno tre radici semantiche diverse, per dire “silenzio”. Tenete conto che l’ebraico è una lingua estremamente primitiva, antica. Anzi, ancestrale. È sostanzialmente sempre lo stesso, dalla Bibbia ad Amos Oz e A.B. Yehoshua: è una lingua dalla continuità strabiliante. Ma è anche una lingua molto elementare, molto semplice nella sua struttura – non esistono i tempi ma solo due modi diversi dei verbi, non esiste il verbo avere… – e anche nel lessico. Fanno eccezione alcuni campi semantici, vuoi per abbondanza vuoi per carenza: ci sono molte parole per dire “pioggia” e hanno sempre una connotazione decisamente positiva, di auspicata benedizione (l’ebraico abita in un luogo arido). Ce ne sono moltissime per dire “luce” – quella sua terra ne ha tanta, e di gradazioni, colori, intensità diverse.

Anche il silenzio fa parte di quei rari casi in cui l’ebraico è generoso di parole. E siccome non lo è mai invano, perché è una lingua essenziale dove nulla è superfluo o lì per caso, questa abbondanza è per me un invito a esplorare i territori del silenzio. Oltre che, naturalmente, una sfida traduttiva: come faccio, vertendo in italiano il testo, a rendere giustizia alla varietà di silenzi che l’ebraico conosce – con una parola soltanto?

Che guaio…

Ad ogni modo, eccomi di fronte a più parole per dirlo: sheqet, dom, demama, lishtok. Certo, apparentemente sono suoni e basta. Non dicono nulla, a meno di conoscere la lingua in cui si esprimono. Cercherò di darvi qualche traccia.

Sheqet è il silenzio della quiete, della serenità. Però è tassativamente silenzio, assenza di suoni – cosa che la parola “serenità” non rende, ovviamente. È un silenzio sommesso, pacato, sgombro ma non del tutto.

Lishtok è un infinito verbale (li- è semplice prefisso). Indica il silenzio imperativo, quello che si impone alla parola. È ingiunzione ai bambini in classe. È un silenzio un po’ rabbioso, un po’ rivendicativo. Dovrebbe essere assoluto, almeno per un po’. Significa “zittimento”, in sostanza, e viene necessariamente dopo un rumore molesto. Ecco, anche le parentesi intorno al silenzio ne determinano il significato, la parola: quel che c’è prima e quel che viene, forse, dopo.

Dom, invece, è un silenzio abissale. Fa paura, come l’ignoto. È lo stato del mondo prima che Dio lo spezzasse parlando: nella Bibbia la creazione è dire le cose. Tutto si fa attraverso la parola (eccetto l’uomo, che è ricavato dalla polvere del suolo, ultima produzione prima che cali il sabato di riposo divino, unico essere che Egli fa, di seconda mano…). Dom è onomatopeico: è un rintocco sordo di campana, un’eco profonda – di silenzio. Chiude il futuro, tronca la voce con il nulla. Forse, era il silenzio di prima che il mondo fosse creato con la voce divina.

Da questo silenzio cosmico ne deriva un altro, che è come una versione più conciliante, più afferrabile. Non a caso porta la desinenza femminile, che nell’ebraico si usa per dare una sfumatura di grazia alle parole maschili, o per indicare l’astrazione.

Demamah è una parola bellissima, secondo me. Sottile, discreta, accattivante. Indica il silenzio in cui il profeta Elia trova Dio: Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo, da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, una voce di silenzio sottile. Come l’udì Elia si coprì il volto con il mantello. Uscì e si fermò all’ingresso della caverna. Ed ecco venne a lui una voce che gli diceva: che cosa fai qui Elia?

(1Re 19,11-13).

Elia è un profeta minore. Non ha neanche un libro a suo nome, nel testo sacro. La sua piccole epopea di profeta viandante, incompreso, bistrattato eppure tenace nel dichiarare la falsità degli idoli e la verità dell’unico Dio, si trova dentro i libri biblici dei Re. Elia cerca Dio ma, diversamente dagli altri profeti, a lui il Signore quasi non rivolge la parola e men che meno si manifesta in modo plateale. Così, a titolo di ricompensa, credo, per la fedeltà di Elia, Egli gli fa due regali. Il primo è che Elia, invece di morire, ascende al cielo in un carro di fuoco e da allora diventa per la tradizione ebraica una specie di angelo custode pronto a tornare in terra per vegliare su tutti noi, uno per uno. Inoltre, sarà il precursore di quel messia che gli ebrei stanno ancora aspettando, verrà poco prima a preparare il terreno per la redenzione finale.

L’altro regalo è quella rivelazione strabiliante, che non arriva nello sconquasso di cielo e terra, bensì in una voce sottile di silenzio. Ecco, quel silenzio è rivelazione, stupore, certezza. Pace e verità.

È una parola leggera, chiusa in se stessa eppure aperta al futuro. È un silenzio meraviglioso, difficilissimo da tradurre. È un po’ che ci provo, invano. Forse la cosa che le va più vicino, in italiano, sono i due punti: una pausa nelle parole, una promessa di quel che verrà dopo.

Ecco, questo è ciò che la mia blanda esperienza di traduttrice mi ha concesso di sapere – o non sapere – sul silenzio.

Poi ce n’è stata un’altra, più recente e nuova per me, di esplorazione degli ospedali. Ho sentito il bisogno di fare questo viaggio molti anni fa, per conoscere l’altro mondo, quello “straniero” per eccellenza che è la malattia – un mondo parallelo che giustamente cerchiamo di ignorare finché non ci si capita, lo si attraversa, sfiora, incontra. Ne è poi scaturito un libro, una specie di romanzo fatto di storie concatenate, che s’intitola “La vita è una prova d’orchestra”. Per entrare negli ospedali sono diventata volontaria. E ho incontrato parole, sentimenti, verità e anche silenzi. Non di rado le storie che ho poi inventato (non è reportage ma narrativa) sono ispirate a porte di stanze chiuse, a silenzi enigmatici sui volti di pazienti, parenti, dottori. Il silenzio è anche, o dovrebbe essere anche, il nostro modo di affrontare l’ignoto. La paura. Tutto questo c’è tanto, dentro la malattia. Oltre alle parole che i malati ti dicono, sono ansiosi di raccontarti. Ma non meno ho imparato e conosciuto dai loro silenzi, interrotti magari da un respiro affannosso, dal ticchettio di una macchina, da una goccia che cade puntuale dentro il tubo dell’infusione.

Terminata questa mia avventura bella e terribile al tempo stesso dentro il male, il dolore, la sofferenza, credo che dovremmo imparare a declinare di più tanto la malattia, provare a renderla meno straniera per essere più pronti ad affrontarla, da vicino e da lontano. Così come dovremmo imparare ad avere più confidenza con il silenzio, a non sentirlo (solo) come un vuoto, un’assenza, una pausa. Ma sostanza di vita e sentimenti.

Nicoletta Polla-Mattiot tiene a battesimo l’Accademia del Silenzio


Nicoletta Polla-Mattiot tiene a battesimo l’Accademia del Silenzio

Sono molto felice di tenere a battesimo l’Accademia del Silenzio qui ad Anghiari e ringrazio la Libera Università dell’autobiografia di ospitarci e di aver accolto da subito, con entusiasmo, questa nuova iniziativa.
So che alcuni di voi hanno partecipato alle nostre Maratone del Silenzio, prima a Milano e poi a Torino: sono state vere e proprie no-stop di interventi, che hanno coinvolto esperti di discipline diverse, allo scopo di cogliere, indagare, esplorare il senso o meglio i molteplici sensi e significati del silenzio. E’ stata una scelta pionieristica e provocatoria, già solo per il fatto di essere ospiti di due grandi città, due metropoli che “vanno veloci”, di corsa, che sono inquinate acusticamente, che ignorano o trascurano il silenzio.
Invece essere qui oggi a parlare di silenzio, ad Anghiari, ha sicuramente un altro sapore e credo dia significato e forza all’iniziativa che, insieme a Duccio Demetrio, dall’inizio di questo anno, abbiamo cominciato. Perché Anghiari è proprio il nostro punto di sosta, il luogo dove approfondire e fare esperienza del silenzio, un’occasione per fermarsi  (a studiare, a capire, a scrivere, a condividere) e poi ripartire. Portando, al ritorno, ciascuno nella propria città e negli ambienti di lavoro, familiari e amicali, ciascuno nella propria vita e nei suoi ritmi, più o meno frenetici, pezzi di silenzio, intervalli di silenzio da preservare, proprio dopo averli scoperti e conquistati nelle esperienze collettive che stiamo facendo e che faremo.
Oggi cercheremo di indagare quanto è richiamato dal titolo della prima parte dei lavori: “La voce del silenzio”, anzi meglio usare il plurale: “le voci del silenzio”.
Ci sarà una parte teorica, dove la prima esperienza di silenzio sarà sostanzialmente quella dell’ascolto, e una parte pratica. Perché, lungi dall’essere rinuncia o ritiro dalla comunicazione, fuga dal reale o semplice vacanza dal rumore, il silenzio è azione e motore di cambiamento personale, innanzitutto, ma anche di cambiamento relazionale (nel nostro rapporto con gli altri) e di cambiamento sociale. Si può incidere con il silenzio, per migliorare la qualità della vita, per cambiare qualcosa a livello di comunità, a livello di città, regioni, Paese. Questo è ciò che Accademia del Silenzio si propone di fare anche, con spirito militante, sul territorio: coinvolgere soggetti pubblici e politici a sposare e promuovere un Manifesto del silenzio. Ma a livello individuale ciascuno di noi può già fare molto. In queste settimane di preparazione del primo simposio e, successivamente nella settimana di scuola estiva ad Anghiari, vogliamo approfondire, studiare, cercare e condividere insieme anche una bella esperienza, con l’auspicio che ciascuno possa accogliere “la causa del silenzio” e farsene “cassa di risonanza”, portavoce e promotore nella propria realtà.
Rintracciare la voce del silenzio… Ciò che facciamo oggi è un’operazione insieme paradossale e controtendenza. E proprio per questo credo sia un’operazione oltremodo vitale.
Parlare del silenzio è di per sé un paradosso. Parlare del silenzio significa romperlo.
Non solo: interessarsi al silenzio, tutelarlo, significa prendersi cura della fragilità, della caducità, dedicarsi a qualcosa che un attimo prima c’è e l’attimo dopo non c’è più. La poetessa Wislawa Szymborska dice che ci sono tre parole strane nella nostra lingua: futuro, niente e silenzio.
Quando pronunciamo la parola Futuro, la prima sillaba è già nel passato, quando pronunciamo la parola Niente, creiamo qualcosa che non può entrare in nessun nulla, e quando pronunciamo la parola Silenzio, nel momento stesso in cui lo evochiamo, lo infrangiamo.
Quindi oggi, di necessità, non potremo parlare del Grande Silenzio, del Silenzio Assoluto, perché il silenzio perfetto è inevitabilmente ineffabile, non si può dire, non si può raccontare. Parleremo invece del silenzio imperfetto, secondo la bella definizione di Ugo Volli: “Il silenzio che esiste per rompersi nel suo opposto: la parola.” Sì, il silenzio fatto apposta per essere notato nell’atto stesso in cui lo si viola, il silenzio che è ombra e sfondo della parola e per questo la valorizza, il silenzio relativo che ci mette in relazione con gli altri.
Vi dicevo prima che cercare la voce del silenzio è un’operazione paradossale. Di più, è un’operazione rivoluzionaria, perché oggi dove si ascolta il silenzio? Dove lo si trova? Chi più chi meno,viviamo in un mondo assai rumoroso; chi abita in città avverte con più chiarezza e forse emergenza il problema, ma in generale gli spazi abitativi e comunitari non sono pensati per ospitare e favorire il silenzio. Non so se e quanto più rumoroso sia il mondo attuale rispetto al passato; la differenza mi sembra sia non tanto o non solo di quantità (di rumore), ma piuttosto di continuità e densità.
Mi spiego: i primi reclami antirumore risalgono all’Antica Roma, ne ritroviamo traccia già, per esempio, nei testi di Seneca.
Il filologo Maurizio Bettini, nel suo bel libro che si intitola Voci, ha fatto un’interessante descrizione dell’impasto sonoro antico, una sorta di precisissimo censimento di quei rumori di sottofondo (voci, versi di animali, strumenti di lavoro) che costituivano il soundtrack del mondo antico. Ne risulta l’immagine – anche acustica, di un mondo che non era per niente silenzioso. La differenza è che oggi noi viviamo davvero in una sorta di colonna sonora permanente. Non solo traffico, rumori della città e delle attività produttive, ma una sorta di filodiffusione ubiqua, fatta di trilli, squilli, musichette, altoparlanti e strumenti sonori sempre accesi, i-pod e i-pad, sigle di operatori telefonici e bip di segreterie, colonne sonore che dal supermercato al parcheggio sotterraneo, dalla sala d’attesa all’aereo o il treno ci seguono ovunque. Qualsiasi attività noi facciamo è accompagnata non solo da un rumore, ma da un suono, da un sottofondo acustico… E’ così difficile prescindere dalla pervasività dei sistemi sonori che ci portiamo sempre appresso, anzi addosso, che a Chicago, nella sala concerti, è stato diretto il primo concerto per “suonerie e orchestra”. Tutto il pubblico è stato invitato a far suonare il proprio cellulare e i musicisti hanno accordato i loro strumenti per l’esecuzione al “suonare” degli spettatori. Un altro paradosso…
Eppure la difficoltà di ascoltare il silenzio credo vada cercata oltre il banale rumore acustico e molto più nel frastuono e nei ritmi interi di “grana” e di “tono” diversi dall’antichità.
La difficoltà di ascoltare il silenzio oggi mi sembra sia più un problema di tempo, di spazi e  di ritmi.
Tempo. Il tempo ci manca: questa è una sensazione che, prima o poi, tutti nella vita proviamo, almeno una volta. Ma non si tratta di questo, non solo almeno. Semmai non esistono più i cosiddetti tempi morti, i tempi vuoti, i tempi in cui la mente è lasciata “come un campo a maggese”, secondo la bella definizione di Masud Khan, libera di rigenerarsi nel vuoto, senza stimoli continui. La mente bianca, tersa, priva di sollecitazioni e perciò capace di rigenerarsi da sé.
La moltiplicazione delle piattaforme tecnologiche, che ci consente di essere presenti (connessi) sempre e ovunque, ci àncora al qui e ora, a una sorta di onnipresenza, almeno virtuale.

Ritmo. Sicuramente i ritmi del vivere sono iperaccelerati. La nostra è una società iperattiva e iperproduttiva, iperconsumistica. Pensate solo a come viene valorizzato il fatto che siamo la società che non si ferma mai. Pensate all’insistenza sulla velocità e la reperibilità, il vanto dei servizi aperti 24 ore su 24.
C’è un progetto interessante dell’università di  Napoli  che si chiama “Clips Corpora di Lingua italiana parlata e scritta” . Si tratta dell’analisi di come è cambiata, negli ultimi 50 anni, la nostra lingua. Ebbene più che lessicalmente, è cambiata ritmicamente. Parliamo mediamente molto più in fretta rispetto al passato, facciamo molte meno pause fra le parole che pronunciamo.
Analoghi studi, fatti in biologia, sui versi degli animali e in particolare degli uccelli ci portano lo stesso riscontro. Nel tempo, a causa dell’inquinamento acustico, diverse specie di uccelli hanno intensificato e acutizzato il verso della specie, riducendo notevolmente dal durata delle pause.
Spazio. Questa è la società della tracciabilità assoluta: niente di quello che diciamo, che facciamo va perso, è tutto  ricostruibile, ripercorribile.
Non è tanto questo Grande Fratello ad essere temibile, quanto questa sorta di Grande Memoria millimetrica, dove nulla va perduto, dove non c’è spazio per quell’operazione così vitale e sana che in psicologia si chiama la rimozione.
Provate a cancellare qualcosa da internet, per esempio… impossibile.
Questo ci tiene inchiodati alla superficie dell’oggi, in una vertigine del dettaglio, di inseguimento dell’attualità, del minuto per minuto, dove tutto è sullo stesso piano (il piano del monitor, della TV, del cellulare). Abbiamo a disposizione un’enorme ricchezza orizzontale, una vastità e abbondanza bidimensionale. Ci possiamo muovere dappertutto, possiamo sapere tutto di tutto. Tutto può essere associato, giustapposto, comprato, scelto.
Pensiamoci… quali sono le due attività ludiche  per eccellenza del contemporaneo? Lo zapping e lo shopping. In questo quadro è ovvio che ci sfugga la verticalità, storica e trascendente, l’affondo. E’ sparita l’attesa, il tempo dell’attesa (tutto è lì, adesso, a portata, sullo scaffale da prendere).
E’ qui che il silenzio può giocare un ruolo fondamentale. La sfida del silenzio, la sfida di un’Accademia del silenzio mi sembra sia sostanzialmente quella di riappropriarci della nostra  tridimensionalità. Per riappropriarci del prima e del dopo, di una sequenza, di una profondità.
E qui mi viene in aiuto una piccola storia del filosofo Giuseppe Ferraro. Ferraro racconta che davanti a una chiesa che lui frequentava abbastanza regolarmente c’è un venditore ambulante che vende statuette del santo a cui è dedicata la chiesa. Si tratta di due tipi di statuette, apparentemente identiche, ma con una differenza sostanziale di prezzo. Un gruppo di statuette è venduto a un prezzo esiguo, praticamente regalato, un altro gruppo a un prezzo estremamente alto. Il filosofo le osserva con attenzione e gli paiono assolutamente identiche. Per questo si avvicina al venditore e gli chiede perché mai le due statuette costino in maniera tanto diversa quando materia, forma, colore, soggetto, tutto è assolutamente uguale. Il venditore allora prende in mano una delle statuette, la batte con il dito, facendo un gesto semplicissimo: “Tac, tac, toc, toc” Poi sorride, posa la statua e dice: “Lo sente? Questa statua dentro è vuota, è cava, questa statua risuona”.
Ecco il vuoto dentro la statua credo sia l’immagine efficace e simbolica di una capacità di risonanza che solo il silenzio ci consente. Risonanza alle parole che ci arrivano dagli altri, a quello che leggiamo o vediamo, e che può avere (o meno) uno spazio di accoglienza e riverbero interno. Può restare solo rumore/suono al di fuori di noi, oppure risuonarci dentro, conservare un’eco interiore.
Mi piacerebbe leggervi parte del racconto perché è veramente bello, molto più bello di come io ve l’ho riassunto: «Un vecchio artigiano mi parlava delle sue statue di bronzo indicandomi quelle che diceva avevano dentro l’anima. E io non capivo. Allora lui cominciava a battere sui loro volti con le dita facendomene sentire il suono. “Senti” diceva, poi aggiungeva, con la voce di chi sa narrare, che l’anima di quelle statue era il vuoto accolto dentro i loro corpi. Vuoto, aria, respiro, suono. Quel gesto e quella metafora mi affascinavano. Lui diceva che fare le statue con l’anima era più difficile. Un’arte. Cominciai a capire che è quando il corpo è capace di risuonare a contatto con un altro, quando risuona anche di una parola che ti tocca, di un gesto o di una sensazione, allora, soltanto si può dire che c’è un’anima dentro. Penso anche che quel vuoto sia la forma interiore del corpo».
Ecco quando vi parlavo di tridimensionalità, penso sia proprio il riappropriarsi dello spazio “dentro” cui le parole degli altri – ma tutte le esperienze che facciamo di riflessione, meditazione, scrittura, o artistiche – quel che è “fuori” di noi trovi uno spazio caldo di risonanza che lo contenga, raccolga e in parte mantenga e custodisca.
È lì che il silenzio può dare valore a quello che andiamo facendo, ed è la ragione stessa per cui sono fortemente convinta, e tutti noi in Accademia siamo convinti, che rivalutare il silenzio non significhi affatto svalutare la parola o la comunicazione, ma che anzi sia un modo per valorizzarla.
Solo chi sa tacere, sa parlare, dicevano gli antichi. Rompere il silenzio è un’assunzione di responsabilità, bisogna esserne consapevoli. Dire qualcosa migliore del silenzio, oppure tacere.
Perché parlare è un’azione soggettiva, partigiana: nel momento in cui scelgo di pronunciare una cosa, di usare una parola, metto contemporaneamente a tacere tutte le altre.
Bisogna essere consapevoli anche di tutto quello che resta indietro, anche di quel silenzio su cui e da cui svetta, germina la parola. Scrive Ugo Volli: “Sotto ogni discorso, dietro ogni atto di parola esiste una zona essenziale di non detto. Tale territorio è paragonabile alla vastità muta dell’inconscio. Allo stesso modo del rapporto dell’inconscio con l’Io, questo non detto sostiene, giustifica, sovradetermina e sposta ogni atto di parola. Il non detto, il silenzio è dunque lo spazio dell’infinito lavorio che serve alla parola per emergere alla luce”. E in questo senso, il silenzio dà luce, dà profondità, dà risonanza e tridimensionalità alla parola.

Apertura Simposio del Silenzio di Duccio Demetrio


Apertura Simposio del Silenzio di Duccio Demetrio

Duccio Demetrio saluta gli intervenuti nella duplice veste di Direttore Scientifico della Libera Università e di fondatore assieme a Nicoletta Polla-Mattiot dell’Accademia del silenzio.
Non posso che rispondere al quesito di Nicoletta “Dove andare a cercare la voce del silenzio” se non con quanto qui alla Libera Università dell’Autobiografia da anni coltiviamo “con la scrittura”.
Per noi della Libera, la scrittura è il viatico, è il veicolo della ricerca del silenzio, in questa sala per anni io ho ascoltato i brusii, i silenzi, i ticchettii delle penne che scivolavano sulla carta. Sono stati anni fertili che hanno anticipato questo momento al quale tutti noi stiamo partecipando con -lasciatemelo dire- una parola che purtroppo sta diventando troppo stentorea, con un po’ di “emozione” o meglio di “emotività tesa”.
Qui alla Libera università la scrittura, lungi dal pacificare le nostre coscienze, le nostre memorie, ha la funzione sempre -questa è un’osservazione potremmo dire fenomenologica- di risvegliare il rumore interno. La scrittura ci porta a ritrovare momenti nella nostra vita e nella nostra storia che non si sono ancora sufficientemente assopiti, nascosti o tacitati.
È la paradossalità non solo del silenzio ma della scrittura; da un lato la scrittura è la manifestazione della parola, del racconto, ma dall’altro la scrittura ci educa, ci istruisce, ci inizia al silenzio. Questo in tanti anni ho visto e continuo a vedere. Siamo stati protagonisti, in questi anni, di due libertà molto importanti: la libertà personale nel rispetto assoluto del soggetto che si racconta, la libertà civile, perché più volte abbiamo ricordato che la scrittura è un diritto, un dovere, una manifestazione etica delle nostre responsabilità più intime, quelle che ci prendiamo nei confronti delle testimonianze da lasciare agli altri.
Ecco allora permettetemi in introduzione, prima di dare la parola al prof Roberto Mancini – che voglio ringraziare per la sua presenza e curiosità nei nostri confronti – di dire che si scrive molto di silenzio, si è scritto sempre di silenzio.
Soltanto alcune citazioni: Marguerite Duras: “A volte scrivere è urlare senza far rumore”, oppure “il silenzio è una forma di parola”, ma mi piace soprattutto un riferimento che Italo Calvino pronuncia quando si ricorda che la spinta a scrivere è legata alla mancanza di qualcosa, qualcosa che si vorrebbe conoscere e possedere, qualcosa che ci sfugge e forse questo qualcosa che ci manca è proprio il silenzio.
Il silenzio e la scrittura, La scrittura, è ovvio, ha bisogno di silenzio, qui ad Anghiari abbiamo bisogno di silenzio, la scrittura ha bisogno di concentrazione, ha bisogno di una sufficiente tranquillità anche del corpo, della nostra fisicità, perché la scrittura non è affatto tranquillità, quindi è fondamentale il bisogno di sedare tranquillizzare il corpo per iniziare a cimentarti nel testo, nell’attività dello scrivere.
La scrittura è parola che nasce dal silenzio, ma non dobbiamo mai dimenticarci le forme di scrittura diverse; la musica, l’immagine o qualsiasi altra cifra umana volontaria è una manifestazione che nasce dal silenzio, da silenzi interni, sconosciuti che poi prendono forma e danno luogo a ciò che chiamiamo creatività.
La scrittura, quindi, è figlia del silenzio ed è manifestazione di una solitudine indispensabile e necessaria. Credo che qui ad Anghiari chiunque utilizzi seriamente l’esercizio della scrittura si accorga che silenzio e solitudine non possono che essere grandi occasioni per riconciliarsi con il silenzio e con la solitudine. La terza S è la scrittura che adempie quindi alla funzione di collegamento sia all’uno che all’altra. La scrittura però non viene solo dal silenzio, può anche generare silenzio, si fa breccia nel caos dei nostri suoni, delle nostre parole, dei nostri pensieri, nelle voci, spesso troppe, ed è una breccia che ci consente di tacitare le nostre parole e consente di generare attenzione e ascolto. È una breccia, quella della scrittura, che riesce a mettere in fuga i rumori, che si impone con la sua maniera unica. La maniera unica della scrittura è una verbosità silente, una verbosità che potenzialmente può tornare al sonoro, ma dentro di noi si muove come una forma volta a trasformare altre parole, le parole che avevamo dentro di noi che non avevamo ancora compreso, che non avevamo ancora pronunciato.
Se non ci fosse questo fattore trasformativo generato dalla scrittura senz’altro qualcosa impedirebbe alla scrittura di raggiungere il suo compito e la sua missione
La scrittura però, altra sublime fuga, genera non solo parole più silenziose; ci sono parole di per sé silenziose e sono le parole bisillabe: pane, seme, rosa. Io le avverto ma credo le avvertiate anche voi, tantissime altre parole con una loro sonorità silenziosa, parole più lunghe, multisillabiche, non conterrebbero l’arcano del silenzio che racchiudono queste semplici ed elementari parole.
Non so se conoscete l’ultimo scritto bellissimo di Marguerite Yourcenar “Il nome di Dio” dove evoca la parola “ape”, e vedi l’ape e vedi il ronzio sottile. Parole come “ape, erba”, sono parole che contengono quindi una loro silenziosità e credo che non sia effimero ricordare allora quanto, se volessimo cambiare il nostro modo di esprimerci e comunicare, dovremmo riprendere il sottile e potente piacere delle parole essenziali. Perché le parole essenziali sono parole che contengono umori e silenzio.
Ma la scrittura chiede non solo parole, ma chiede, ce ne accorgiamo man mano che scriviamo, un’esigenza di pacatezza, richiede modestia, richiede intimità e genera scrittura spesso ispiratrice di altri silenzi, moltiplicatrice di altri silenzi.
Un testo è un insieme di parole tra loro legate da un clima emotivo, non dimentichiamolo. Se un clima emotivo non circola all’interno di un testo viene meno qualcosa di quanto esso evoca.
Due rapidissimi esempi. Apro un libro che ci ha accompagnati in alcune camminate qui ad Anghiari negli anni scorsi. Per inciso, anche il prossimo agosto riproporrò un seminario di scritture in cammino. Il testo di Rilke, “Il libro d’ore” è purtroppo poco noto, Rilke lo scrisse a 30 anni nel 1905 e invita a raccogliere tutto il silenzio. “Il libro d’ore” è un testo poetico che non ha bisogno, anche se ogni tanto avviene, di citare la parola silenzio perché il silenzio è già all’interno di questo poema.
Tu, vicino Dio, se te talvolta
nella più lunga notte con violento battere disturbo,-
è per questo, perché è raro che ti senta respirare:
sei solo nella stanza: io so.
E se qualcosa ti fosse necessario, non c’è nessuno
che porga una bevanda a te che cerchi al tatto:
io sempre sto in ascolto. Dà un piccolo cenno.
Sono molto vicino.
Soltanto una sottile parete sta tra noi,
per caso… (1)
Non c’è bisogno di introdurre la parola silenzio in questi versi. È il silenzio che si genera nel climax narrativo, è nel dialogo impossibile con la divinità che percepiamo il silenzio.
Vi leggo ora una poesia di un’autrice contemporanea molto nota, Maria Luisa Spaziani in cui ritroviamo lo stesso senso, non abbiamo bisogno di usare la parola silenzio per esprimere qui i nostri silenzi:
Entro in questo amore come in una cattedrale,
come in un ventre oscuro di balena.
Mi risucchia un’eco di mare, e dalle grandi volte
scende un corale antico che è fuso alla mia voce.
Tu, scelto a caso dalla sorte, ora sei l’unico,
il padre, il figlio, l’angelo e il demonio.
Mi immergo a fondo in te, il più essenziale abbraccio,
e le tue labbra restano evanescenti sogni.
Prima di entrare nella grande navata tua,
vivevo lieta
Questo è silenzio e anche qui non c’è la parola silenzio.
Allora dobbiamo chiederci, quando noi scriviamo della nostra storia, della nostra vita, come riusciamo a trasmettere, a comunicare questi climi profondi questi climi che non hanno bisogno di pronunciare alcune parole e fra queste la parola silenzio.
La scrittura di sé, la scrittura di noi stessi la scrittura della nostra vita è il vertice, il momento più alto del nostro sentirci allo stesso tempo generati dal silenzio e al contempo anche volti verso la ricerca di silenzio.
Perché la scrittura di sé è il vertice? Perché ci riporta all’esperienza di una vita realmente vissuta ed esistita, la nostra, e anche se fosse quella di un altro, ci riporta soprattutto a riconsiderare che non viviamo nell’istante, nella fallacia dell’istante, nella fallacia del carpe diem, noi viviamo con la nostra storia. Noi viviamo quindi, come ci ricorda Emanuele Severino, per portare al vertice momenti distanti che vivranno per sempre, istanti che non si potranno mai estinguere che abbiamo vissuto e questo ci consentirà di accedere ad una dimensione interiore come la cattedrale di cui parla Maria Luisa Spaziani.
È qualcosa che ci prende nella sua invasività, nella sua pervasività, nella sua continua rinnovata iniziazione, questo è il motivo per cui la metà delle persone che sono qui oggi sono persone che hanno da anni un rapporto con la Libera. Siete tornati qui sul luogo del delitto per l’ennesima volta. Siete tornati qui perché c’è il richiamo della scrittura, del silenzio, c’è la possibilità di condividere delle solitudini buone, è una occasione.
Lo possiamo fare, ma non c’è fretta, con il silenzio che scopriamo attraverso l’esperienza del diario, attraverso l’esperienza di una scrittura che hai bisogno di scrivere e talvolta devi scrivere anche nei luoghi del rumore più assoluto, nei luoghi di disturbo.
A Pieve Santo Stefano ci sono i diari scritti in trincea, durante i bombardamenti, noi cerchiamo di scrivere diari nelle nostre metropolitane sotterranee nelle folle delle stazioni, questa è una grande sfida: mostrare che la scrittura riesce a conquistare il silenzio laddove essere assordati potrebbe impedirci di scrivere. È una forma di resistenza senz’altro umana, è un’esperienza di appagamento silenzioso ovunque e dovunque noi ci si possa trovare.
È facile scrivere qui ad Anghiari nel più assoluto silenzio. È più difficile, come ricordava Nicoletta prima, riuscire a tenere uno stile di pensiero, e uno stile di vita come quello che noi proponiamo come Accademia del Silenzio; uno stile una maniera di essere, di vivere laddove si è più espropriati di possibilità silenziose. È questa quindi la piccola rivolta civile che ciascuno può compiere con sé stesso ma che può cercare di realizzare nell’incontro con altri che la pensano come lui o lei.
La scrittura autobiografica è il vero incontro con l’esperienza del silenzio perché la scrittura della propria vita richiede tempi lunghi, fatica, gestazione, ritorno sui propri passi, meditazione, revisione richiede quindi un’immersione nelle sonorità, nelle voci anche sgradevoli dell’esistenza. Implica quindi coraggio. La scrittura autobiografica sfida la tentazione di tacere, di sopprimere i nostri sensi di colpa, di fuggire rapidamente per ritrovare una propria felicità, ma silenziosamente, il silenzio grida dentro di noi.
E poi vorrei richiamare alla vostra attenzione, il silenzio della lettura. La lettura delle parole che hanno ridato vita a tutto questo, ma che hanno dato vita soprattutto alla finzione. Perché la scrittura autobiografica anche se scrittura della nostra storia è scrittura della storia nella storia del nostro gruppo, comunità famiglia. In ogni caso la scrittura è sempre un artificio, non c’è scrittura, anche la più modesta, la più umile che non crei l’artificio, la finzione che costituisce l’aspetto forse più oscuro, più misterioso che ravvisiamo nel potere del nostro scrivere.
E se ti accorgi che quanto hai scritto evoca il silenzio, sempre senza pronunciare la parola silenzio, significa che hai evocato pensosità e che la tua pensosità si è evoluta, si è accresciuta, sei riuscito a inserire tra le righe delle risonanze silenziose e allora scoprirai che la scrittura della tua vita o della vita di un altro può donarti la timida, modestissima felicità di aver assolto a un compito esistenziale: hai testimoniato a te come lettore di te stesso/te stessa, che quanto ti apparteneva, ora ti appartiene di più, nella sua fragilità e nella sua umiltà perché è stato tutto rigenerato e quindi si è adempiuto il compito trasformativo della scrittura.
Ma tutto ciò non può non avvenire che in compagnia del silenzio. E allora capiamo quanto l’Accademia del Silenzio, ma da anni anche la Libera Università, si batta per educare nella scuola, e non solo nella scuola, a uno scrivere e uno scrivere di sé. Da oggi la Libera e l’Accademia insieme dovranno ancora di più battersi perché il silenzio ritorni ad essere avvicinato; certo troveremo innumerevoli difficoltà per trasmettere il tema del silenzio, al contempo in questo processo ci si sarà anche emancipati, liberati dalle troppe parole che infestavano l’esistenza. E ci si accorgerà che siamo riusciti a conoscere l’arcano del silenzio che oggi in queste giornate del simposio, dopo Milano, dopo Torino vogliamo avvicinare ancora di più. Questo è il compito di un’accademia. Quando Platone fondò l’accademia, nel 380 a.c., aveva ben presente cosa volesse dire, già allora; ritrovare parole diverse, ritrovare parole essenziali, questo è il compito della tradizione platonica.
Allora scoprirai che non è il silenzio lo scopo ultimo della scrittura, ma è fare silenzio, dal tuo silenzio profondo dal silenzio aurorale, antico, iniziato a esprimere prima ancora di sapere leggere e scrivere.
Tutti noi dovremmo ritrovare i nostri momenti antichi dell’infanzia, laddove l’esperienza del silenzio incominciò a visitarci, perché forse è in quei momenti di silenzio che non solo apparvero i primi indizi della nostra vita interiore, ma apparvero i primi indizi di una domanda che mi affascina sempre di più, legata al mistero in base al quale alcune persone amano scrivere e altre rifuggono la scrittura.
Ne abbiamo parlato nei nostri incontri e nei nostri corsi, certamente ci sono motivi psicoanalitici interessanti, che sarebbe bello approfondire, ma l’occasione non è questa. Questo mistero, il mistero della scrittura e del silenzio, forse nasce chissà come, chissà perché, in quei momenti in cui fanno la loro apparizione, prima delle nostre competenze di scrittori e di lettori. Allora la scrittura è metamorfosi della parola che la riporta nella sua dimora originaria.
E qui voglio condurvi alla celebre storia di Eco e Narciso, la ninfa Eco innamorata follemente di Narciso che non ascolta perché tutto concentrato sulla propria immagine. Eco si suicida e scompare, appare evidente che è malata d’amore e non riesce a vivere.
Quando noi riusciamo a tacere iniziamo quindi a scrivere, forse soltanto in quel momento l’eco può trovare pace e noi con lei, nel momento in cui le nostre parole continuano a ripetere se stesse, ma le nostre parole cominciano a incontrare strade nuove; la seconda parola, la parola scritta è il silenzio a generarla in noi, e noi con la scrittura a generare il silenzio.

Anghiari – 10 giugno 2011


(1) da Il libro d’ ore (1905) tr.it ed Servitium, Enna, 2008, p.35

Simposio 2011 Accademia del Silenzio ad Anghiari


Simposio 2011 Accademia del Silenzio ad Anghiari

Ecco il programma del Primo Simposio dell’Accademia del Silenzio che si terrà ad Anghiari nei giorni 10 e 11 giugno 2011.

 

1° simposio nazionale
Per un Manifesto del Silenzio
10- 11 giugno 2011, Anghiari (AR)


Programma
Venerdì 10, pomeriggio ore 14.30

LE VOCI DEL SILENZIO

Apertura dei lavori e presentazione di Accademia del Silenzio con Duccio Demetrio e Nicoletta Polla-Mattiot
Le culture del silenzio nelle culture della relazione. Roberto Mancini, Università degli Studi di Macerata.
Lalla Romano: “Solo il silenzio vive”. Antonio Ria, giornalista scrittore.
Sovrumani silenzi. Quando la parola si scava nell’abisso. Emanuela Mancino, Università degli Studi Milano-Bicocca.
Pregare nel deserto. Meditare nella foresta. La ricerca del silenzio come via di salvezza. Giampiero Comolli, scrittore e pubblicista.
In rispettoso e discreto silenzio. Percorsi per un sentimento dell’arte visiva. Marco Dallari, Università degli Studi di Trento.
Spazi di approfondimento: Le esperienze del silenzio
Gruppi di discussione, confronto e lavoro secondo tre dimensioni silenziose:
  • Il silenzio personale, Duccio Demetrio
  • Il silenzio sociale, Nicoletta Polla-Mattiot
  • Il silenzio relazionale, Emanuela Mancino
con la partecipazione di Angelo Andreotti, Ada Ascari, Giampiero Comolli, Valentina D’Urso, Marco Ermentini, Emanuele Ferrari, Daniela Finocchi, Gianni Gasparini, Carla Gianotti, Giorgio Ieranò, Giorgio Macario, Francesca Marchioro, Giampaolo Nuvolati, Antonella Parigi, Luigi Perissinotto, Gian Piero Quaglino, Francesca Rigotti, Luigi Spina, Manuela Trinci.
Proiezione del video: Lalla Romano. L’inverno in me
Cena al Castello di Sorci
Passeggiata “stellare”, in cammino tra le costellazioni in Val sovara,
con Andrea Possenti, direttore dell’Osservatorio Astronomico di Cagliari
Sabato 11, mattina ore 9.30
Proseguimento dei lavori dei gruppi e chiusura nel teatro di Anghiari
Il silenzio eloquente. performance poetica a cura di Angelo Andreotti e Maria Grazia Comunale
Conferimento del primo premio di Accademia del Silenzio a Città Slow, per il suo impegno anti-rumore.
Le parole del silenzio, intervento magistrale di Elena Lowenthal.
Chiusura dei lavori ed arrivederci alle prossime iniziative.

Per iscriversi scaricare la scheda di iscrizione, compilarla e inviarla a silenzio@lua.it. Allo stesso indirizzo è possibile richiedere informazioni.
Costo per la partecipazione al simposio: € 70,00 + Iscrizione Libera Università dell’Autobiografia (per chi non è ancora socio)

Le Corde del Silenzio - video

Un estratto video dell spettacolo Le Corde del Sielnzio

Le corde del silenzio

La registrazione dello spettacolo tenuto a Cremona durante la manifestazione di libri e musica "Le corde dell'anima".

Uno spettacolo che intreccia musica e parole, poesia e suoni.Una voce narrante accompagna il pubblico nell’ascolto e nell’esperienza di atmosfere oniriche e rarefatte. Intrecciando la suggestione dei miti, facendo incontrare alcuni dei personaggi più divertenti, irriverenti e commoventi della fantasia letteraria, Palomar con Pantagruel, il Piccolo Principe con Alice nel Paese delle meraviglie, crea un mondo surreale e immaginario, dove, per incanto, abitano i nostri eroi e i nostri sogni. Un ensemble di 25 arpe esegue brani che, da Beethoven a Tchaikovsky, da Saint-Saëns a Liszt, fanno viaggiare il pubblico tra chiari di luna e fate confetto, giostre di animali e boschi incantati...

Il silenzio non è altro che un cambiamento della mia
mente. Un’accettazione dei suoni che già esistono
piuttosto che un desiderio di imporre la propria musica

John Cage

Lo spettacolo è ideato da Nicoletta Polla-Mattiot.
L’orchestra Ventaglio d'arpe è diretta da Patrizia Tassini
Ne fanno parte: Clara Anfodillo, Valentina Baradello, Costanza Battaini, Erika Bersenda, Eugenia Ceschiutti, Lucrezia Chiandetti, Laura De Jongh, Cristina Di Bernardo, Alida Fabris, Lara Macrì, Alice Martina, Davide Martincigh, Debora Martincigh, Sofia Masut, Nicoletta Pagnutti, Laura Pandolfo, Ester Pavlic, Maria Pellarin, Silvia Podrecca, Chiara Rossi, Maria Carmela Solfrizzo, Irene Sualdin, Fiamma Tiss, Silvia Vicario, Marta Vigna.
Giorgio Marcossi (flauto)

401 - 600

Nome e Cognome:                  Salvatore Russo
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Nel silenzio parla Dio..Condivido in pieno l’importanza del silenzio. A maggior ragione in un mondo sempre più caotico e rumoroso.

Nome e Cognome:                  ANTONIO MANZELLA
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Sono innamorato del silenzio – Seguo le pubblicazioni di Duccio Demetrio

Nome e Cognome:                  ROBERTO LIBERATI
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Le parole adesso sono diventate talmente tante, e per la maggior parte prive di verità, che tacere è un gesto rivoluzionario.

Nome e Cognome:                  gian luigi semplicio
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: non una in particolare… ma moltissime ed istintive. tantissimi anni fa in una gita nel deserto libico ho provato il silenzio… noi non stiamo mai in silenzio nelle nostre città… ogni giorno, ogni ora, ogni secondo vi è sempre un rumore… in quel momento quel “silenzio” mi ha prima terrorizzato poi rilassato e mi sono accorto che riuscivo a parlarmi… esperienza mai più provata… ora per caso ho incontrato il vostro sito. mi piacerebbe avere notizie su l’accademia. grazie

Nome e Cognome:                  michela pozzi
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Per ascoltare il Sentimento dello Spazio è necessario il silenzio.
http://sentimentodellospazio.wordpress.com/

Nome e Cognome:                  claudia caldara
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: vorrei aderire all’accademia del silenzio perché sono arrivata ad un punto di consapevolezza della mia vita per cui necessito del silenzio, lo ricerco, lo guardo.

Nome e Cognome:                  Manuela Poggiato
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Banalmente perché: sto ascoltando ora ora alla radio che Emanuele Filiberto è all’isola dei famosi… Meno banalmente: perché ho tante cose da dire e… voglio dirle in silenzio.

Nome e Cognome:                  Claudio Foresti
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Solo nel silenzio puoi ascoltare te stesso, il tuo cuore e la tua mente. Solo nel silenzio risuona la musica del cielo stellato. Solo nel silenzio puoi sentire il suono leggero, triste e sommesso delle lacrime che scivolano sul viso della gente che soffre.

Nome e Cognome:                  Julian Neveris
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Ho parlato a lungo con il mio silenzio, non c’è essere che mi abbia mai amato come lui.

Nome e Cognome:                  cristina insaghi
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: per sentire la forza del silenzio

Nome e Cognome:                  ivonne banco
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: È difficile raggiungere il silenzio,
ma il suo fascino mi cattura. e lo inseguo,
gradirei sapere iniziative, Ivonne

Nome e Cognome:                  barbara barchi
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: amo il silenzio, lo cerco fuori e dentro di me, dopo un grave lutto sto’ cercando di convivere con  la solitudine e cerco persone con le quali condividere questi momenti in forma autobiografica e poetica. ricerco molto il senso delle cose. ho partecipato per mia fortuna e con molto piacere e profitto personale  ad incontri autobiografici con il caro Prof Antonio Zulato, vs. caro collaboratore. grazie dell’attenzione, saluti

Nome e Cognome:                  Piera Ramella
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Amo il silenzio che mi consente di ascoltarmi, di eliminare le tossine del quotidiano e di ascoltare l’attorno.

Nome e Cognome:                  Barbara Baldini
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Per riscoprire il silenzio come scoperta di sé, dei propri stati emotivi

Nome e Cognome:                  SILVIA DE CRISTOFANO
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Per imparare ad ascoltare il silenzio e quello dell’altro nelle sue gradazioni, anche se spesso mi fa paura, perché porto con me il sapore e l’odore di quello punitivo di mia madre che, pur volendomi bene, lo faceva e fa durare settimane intere.

Nome e Cognome:                  laura costa
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio:
Non affliggerti, se / la tua vita, il tuo peso / son privi di parola: / è un fardello anche il suono.
(IX, Farfalla; J. Brodskij)
Farfalla è un mirabile esempio  di incontro tra l’inconsistenza delle parole e la pesantezza dei concetti che esse portano e sopportano. Anche le mie parole sono spesso pesanti come pietre che pesco nel fondo del mio mare di silenzio e quando esse affiorano diventano boe, appigli ai quali il silenzio, che le circonda e sostiene, che le sovrasta e tiene, si lega e si esprime in apparente leggerezza di superficie. Scrivere è viaggiare in questo mare con e senza strumenti per navigare, scrivere è sempre un attraversamento, un movimento di salvezza o almeno un salvataggio.

Nome e Cognome:                  Julien Delacroix
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Perché solo nel silenzio sto ritrovando la mia vera forma

Nome e Cognome:                  Fernando Guidi
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Mi riconosco nel progetto dell’Accademia del Silenzio perché da anni cerco e “pratico” il silenzio di solitarie camminate in montagna; scrivo del silenzio che mi parla attraverso la natura che incontro; fotografo emozioni silenziose che mi ritornano con linguaggi inusuali e messaggi subliminali in ogni cosa che inquadro; sperimento sempre più spesso il silenzio della scrittura del mio “sé” che tenta di dare un contorno all’anima confusa che mi abita.

Nome e Cognome:                  Paola Giovetti
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Vorrei entrare in contatto con voi perchè condivido i vostri scopi e anche per poter parlare dell’Accademia in una pubblicazione che sto preparando sui luoghi di meditazione in Italia. Lascio anche il telefono (335-6565753) per un eventuale contatto. Grazie Paola Giovetti

Nome e Cognome:                  Teresa Enrica Messana
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: mi occupo di educazione. Ogni giorno provo ad ascoltare i miei silenzi e quelli delle persone che mi circondano.

Nome e Cognome:                  Francesca Arcuri
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Il silenzio e la sua qualità sono molto importanti nella mia vita e nel mio lavoro.
Grazie

Nome e Cognome:                  LAURA VISINTIN
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Da un po’ sono interessata al “Silenzio” come valore perduto. sono ricercatrice d’arte e intendo tenere un incontro per parlarne, concludendo con le opere “silenziose” di tanti artisti e tutto ciò che fanno “sentire”. Ma vorrei invitare un esponente della vostra Accademia ad intervenire sull’argomento. Sono vicepresidente dell’associazione LA CAMERA CHIARA di Milano e organizziamo eventi in due biblioteche di Milano. Mio tel. 02.6466733.

Nome e Cognome:                  maria rosa marchi
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: per ri-scoprire il piacere di so-starci….nel silenzio

Nome e Cognome:                  Adelaide Di Tullio
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Il silenzio da sempre mi affascina e voglio conoscerlo meglio

Nome e Cognome:                  leonora cupane
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Da anni lavoro con la poesia, quindi con il silenzio. La poesia lascia spazio alle parole ma anche tra le parole: ogni verso termina nel bianco della pagina e lascia le parole sospese sull’abisso del silenzio, col quale intessono un dialogo intimo, e solo così possono emergere in tutta la loro preziosità ed essenzialità. Senza silenzio, infatti, senza pause, non si avrebbe il ritmo, cuore pulsante della poesia, che la rende linguaggio corporeo, vivente, integrato. Innumerevoli sono i progetti e le direzioni di ricerca che si possono tracciare a partire dal lavoro poetico con il silenzio.

Nome e Cognome:                  Monica Nucera Mantelli
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Mi occupo di comunicazione e cultura da alcuni anni e attraverso la meditazione attiva nel quotidiano  e il  tango argentino pratico con passione l’ascolto interiore.

Nome e Cognome:                  Isabella Lattarulo
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Perché il silenzio è il canto che ci viene donato dalla meditazione ed è un regalo prezioso.

Nome e Cognome:                  Pietro Tartamella
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: da quarant’anni personalmente, e da 20 anni con l’associazione Cascina Macondo di cui sono direttore artistico, promuoviamo la cultura del silenzio e dell’ascolto. Non possiamo che sentirci fratelli del vostro progetto. Sarà un piacere incontrarvi il 30 aprile 2011 al Circolo dei Lettori di Torino. Un saluto, Pietro

Nome e Cognome:                  fernanda dori
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: amo il silenzio in ogni sua avvolgente veste , amo il silenzio sia quando accarezza l’anima sua quando la squarcia devastandola  .

Nome e Cognome:                  PAOLA  EPIFANO
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Aderisco volentieri a quest’accademia perché il silenzio è un ‘eccellente strumento per stimolare la riflessione e la creazione.

Nome e Cognome:                  Tiziana Barbero
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Un’Accademia del Silenzio nella società di oggi,inflazionata da parole e rumori è qualcosa di dirompente. Il silenzio è una cura per l’anima, nulla è allo stesso tempo tanto effimero e così traboccante di energia quanto il silenzio.

Nome e Cognome:                  nelly jansz
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: perché mi identifico con il bisogno di parlare poco (e di sentir parlare poco) allo scopo di restituire alla PAROLA la sua importanza. perché condivido la necessità di un silenzio esteriore per ascoltare la voce dello Spirito che alberga in noi…perché da sempre mi piacciono le variegate voci della natura che parlano all’Uomo…

Nome e Cognome:                  Marany Orlando
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: molto interessata all’iniziativa soprattutto la sezione leggere e scrivere. Congratulazioni e speriamo che vada avanti. Sento il bisogno di parlare con me stessa e con la natura, percepire di nuovo la sua voce, tornare a ciò che era intatto…

Nome e Cognome:                  Paola Cozzi
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Il silenzio libera l’anima. Grazie dell’iniziativa. Grazie a Duccio Demetrio, mio professore molti anni fa – ahimé – alla Statale di Milano.
Felice di averlo ritrovato.

Nome e Cognome:                  sergio pagnozzi
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: amo le emozioni autentiche, quelle che si percepiscono grazie all ascolto del nostro corpo. Mi piacerebbe partecipare con l’accademia, io sono educatore, ma questa iniziativa e sorprendente, collaborarci sarebbe stupendo.

Nome e Cognome:                  di vicino rachele
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: per ascoltarmi

Nome e Cognome:                  Americo Marconi
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Sulla cima di una montagna, io alpinista, ho sempre trovato il Silenzio, capendo che era l’essenza stessa della roccia e della  montagna. Ho continuato a salire attratto da quel Silenzio; per scoprire infine che conteneva il Dio  perduto, credevo per sempre, tra il dolore e le parole degli uomini.

Nome e Cognome:                  MARIANNA DELFINO
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Frequento all’Università di Bari un corso molto interessante di Teorie e Tecniche della Comunicazione Educativa e la docente in questione ci ha parlato dell’esistenza di questa Accademia

Nome e Cognome:                  Daniela Armentano
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Da molto tempo cerco la possibilità di meditare nel silenzio e di scrivere di me e dei luoghi della  memoria individuale e collettiva

Nome e Cognome:                  Roberta De Thomasis
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: perché il silenzio pulisce, ricarica, riordina il pensiero e prepara a nuove parole

Nome e Cognome:                  MARINA REALINI
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: silenzio… un rumore sempre più raro.

Nome e Cognome:                  maria annunziata falcone
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: grande curiosità

Nome e Cognome:                  Carlo Papalini
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Trovo interessanti le persone che comunicano attraverso “il silenzio”

Nome e Cognome:                  Daniela Bolsi
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Silenzio come ascolto, silenzio come incontro, silenzio come comunicazione.

Nome e Cognome:                  Luca Di Leo
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Credo fermamente che il Silenzio, con le sue caratteristiche costruttivamente riflessive, sia un’arma molto potente per combattere il roboante, ma paradossalmente indiretto e silenzioso, processo di omologazione standardizzata che travolge noi abitanti della contemporaneità.
Solo una silente riflessione può permetterci di agire responsabilmente sul Mondo, amena dimora della vita in tutte le sue forme.
Il Silenzio ci permette di riscoprire il senso profondo ed essenziale di Umanità, ci permette di capire noi stessi, fugace intervallo di tale organismo; fugace, ma non per questo insignificante; anzi matrice fondamentale di esso, dotata di grandi e mirabili capacità da saper utilizzare, lo ribadisco, in modo responsabile, combattendo la mancata lungimiranza che caratterizza l’uomo contemporaneo.

 Nome e Cognome:                  Tiziana Celli
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Perché da quando ci penso taccio di più e uso meglio la parola. Perché il silenzio è medicina per la nostra civiltà, infatti fa bene anche solo parlarne. Perché al proposito da tempo covo un progetto .

Nome e Cognome:                  Andrea Giavenni
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Il silenzio è il territorio sul quale costruiamo la nostra esistenza. Per questo va amato, valorizzato e salvaguardato!

Nome e Cognome:                  maria poloniato
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: dove la voce spesso ora è megafono per imporsi e per imporre, il silenzio è una scelta di rispetto, che può veicolare un consenso o un dissenso.L’importante è che il tacere non escluda e non autoescluda. Perciò si potrebbe rivendicare, accanto al silenzio come “nuova” (?) modalità del comunicare, anche  la parola che non urla.

Nome e Cognome:                  Francesco Marchioro
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Per percepire Silenzi Altri e far conoscere i “Silenzi d’Alpe” nella Valle dei Silenzi, sull’Alpe di Siusi.

Nome e Cognome:                  mariapaola simoncini
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: e

Nome e Cognome:                  Anna Maria
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Vorrei sperimentare meglio il valore del silenzio e farlo scoprire perchè no anche nella mia città, Bologna!

Nome e Cognome:                  RITA ONETO
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: TUTTI FANNO TANTO E TROPPO RUMORE

Nome e Cognome:                  susanna speranza
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: accolgo il silenzio come forma e contenuto evitando riempimenti inutili e nocivi contro il vuoto esistenziale individuale e collettivo

Nome e Cognome:                  Gianni Fornelli
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: per avere un dialogo e ricevere  conforto da persone più indottrinate di me sul tema in quanto conduco una vita lavorativa abbastanza stressata

Nome e Cognome:                  Cristina Bordogna
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Lo dico con un mio scritto creato durante un laboratorio di scrittura autobiografica

Nome e Cognome:                  isabella landi
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: il silenzio è un bene prezioso che mi nutre e mi fa sentire viva

Nome e Cognome:                  Tiziana Selvaggio
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Perché il silenzio nutre i pensieri e alimenta l’anima. Perché nel silenzio siamo noi, nell’essenza più pura. Nella verità di ritrovarsi, senza finzioni.Il silenzio aiuta a comprendere, a lenire, a orientarsi. Buon lavoro.

Nome e Cognome:                  Rosella Ricca
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: perché nel silenzio, cerco dentro di me il sorriso, grazie

Nome e Cognome:                  Fabrizia Iacci
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: il silenzio è una dimensione che mi appartiene per carattere, in cui mi sono sempre ritrovata e in cui sto bene, che mi è indispensabile

Nome e Cognome:                  Alfredo Cicchinelli
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Nel silenzio ascolto me stesso…

Nome e Cognome:                  Raffaella Citterio
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Ne condivido il pensiero, la pratica e i progetti

Nome e Cognome:                  Ferdinando Brandi
 Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Cerco il silenzio ..come pietre preziose… luogo e metafora

Nome e Cognome:                  Raffaele Santoro
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Perchè come sarebbe ora che il tempo non fosse più danaro, sarebbe ora che il silenzio diventasse veramente d’oro.

Nome e Cognome:                  carla pierangelini
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: amo il silenzio costruttivo, il silenzio interiore che libera la mente e fa vivere le cose con più
consapevolezza.

Nome e Cognome:                  Monica Malaguti
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: perché mi piace l’idea che qualcuno si occupi e coltivi il silenzio. Io lo amo, amo ascoltarlo anche come condizione fisica esteriore, come assenza di rumore. Sarà perché abito di fronte alla tangenziale  odio il rumore. Sto cercando il mio personale eremo silenzioso

Nome e Cognome:                  Josette Paganoni
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: la creatività nasce dal silencio e essere vivo è essere creativo

Nome e Cognome:                  manlio epifania
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Più parlo, più apprezzo il silenzio. Più ascolto, più trovo il senso delle cose. E zittisco.

Nome e Cognome:                  ENTEN HITTI
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: contribuire con azioni musicali volti a gustare i suoni minimi in natura.

Nome e Cognome:                  Anna Capulli
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Ho letto un articolo scritto da Nicoletta Polla-Mattiot e ne sono rimasta incuriosita. Sicuramente condivido la vostra idea del “silenzio” per ascoltare la parte più dimenticata di noi. Mi fate sapere qualcosa di più? E anche le vostre iniziative. Grazie e saluti

Nome e Cognome:                  Fabrizio Palumbo
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Urgenza di autocontrollo e sospensione dalla sterile freneticità quotidiana

Nome e Cognome:                  marilene vendramin
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: per necessità di trovare il mio silenzio…

Nome e Cognome:                  claudio coppini
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: condivisione del progetto

Nome e Cognome:                  bruno bedoni
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: da sempre dico al mio fratelo che parla, parla, che tutte le parole che dice, anche se ha volte sono verità, che il suo parlare è inutile sono solo parole. Lo dice anche Borges- le parole sono scritte nell’acqua che va’ e nel vento che corre.

Nome e Cognome:                  daniela matulli
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: interesse e curiosità

Nome e Cognome:                  claudia Bonvissuto
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: mi affascina il silenzio come mezzo di comunicazione. Frequento infatti la facoltà di psicologia della comunicazione!

Nome e Cognome:                  TOMA FIORENZA
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: RITROVARMI

Nome e Cognome:                  luciana coen
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: perché stare in silenzio accanto a una persona è la cosa più difficile in assoluto ma è ancora più difficile accettare il silenzio dell’altro senza interromperlo, soprattutto in stato di difficoltà o fine vita

Nome e Cognome:                  Giuseppe Balossi
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Amo il silenzio e apprezzo molto la Vostra iniziativa. Grazie per la possibilità di questa “fuga” dal caos quotidiano…

Nome e Cognome:                  grazia michelon
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: il rumore assordante di voci gridate che non hanno nulla da dire mi sconforta; pensare il silenzio è un grande atto creativo che mi piace pensare appartenga a vere persone. Grazie di aver dato concretezza ad un’idea che meriterebbe più diffusione.

Nome e Cognome:                  barbara gufoni
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: da tempo, mi sono avvicinata al silenzio e sta diventando sempre più amico e parte confortante nei momenti più cupi della mia vita. attraverso la meditazione cerco di viverlo ma non sempre ci riesco. desidererei fortemente trovare un modo per condividere questo pensiero e strumento come il silenzio e questo tipo di iniziativa, mi sembra davvero geniale!
barbara

Nome e Cognome:                  Maria Luisa Burzio
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Amo il silenzio e ne ho bisogno. Ogni mattina il silenzio della mia casa mi avvolge come un’ovatta…

Nome e Cognome:                  maddalena pepe segat
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: il silenzio a volte fa paura… invece… rigenera la mia interiorità di benessere.

Nome e Cognome:                  paola ovatini
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: perché mi piacerebbe che le parole venissero usate nella misura giusta e con il loro giusto significato

Nome e Cognome:                  Loredana Bernardo
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: riscoprire il Silenzio ed imparare ad usarlo con il rispetto che merita aiuta l’animo a percepire sensazioni  che pensavi ormai perdute:saper ascoltare il silenzio è poter comunicare con l’IMMENSO.

Nome e Cognome:                  Patrizia Madernini
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Il silenzio è una ricerca dentro noi stessi,una ricerca verso gli altri. Il silenzio fa paura,sembra vuoto,ma chi lo sa ascoltare sa che non è così.

Nome e Cognome:                  SARA PONTECORVI
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Per dare valore alle parole…dette e non dette…Ascoltate…Affinché l’inespresso prenda forma e ci aiuti a capirci e ad avvicinarci di più agli altri.

Nome e Cognome:                  Barbara De Luca
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Mi piace Anghiari e le sue iniziative. Un’Accademia dedicata al Silenzio è un’idea bellissima

Nome e Cognome:                  Cristina Mazza
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Il silenzio…spazio necessario a far due chiacchiere con me, luogo di pace , cammino necessario, elemento fondante delle risposte importanti

Nome e Cognome:               Di Luca Federica
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: La mia è un’adesione ricercata ed affascinata. Penso al silenzio colmo di sonorità nascoste che dobbiamo reimparare a percepire; penso al silenzio come un tempo di attesa, sosta, pensiero, di bellezza; penso al silenzio come paesaggio della lentezza, della memoria autobiografica, della natura, come luogo di luoghi.
E’ nel silenzio carico di storie sopite, stratificate, a volte dimenticate, che possiamo intravedere una delle sfide educative contemporanee più importanti. E’ nell’ascolto sensibile che l’uomo genera pensosità, anche il bambino; è nel cammino nomadico che abilitiamo le nostre sensorialità indigene, è nel percorrere inediti sentieri artistici (inclusi quelli della scrittura silenziosa) che riscopriamo la poetica dell’apprendere. Per questo ed altro recuperiamo il silenzio,…educhiamo al silenzio.

Nome e Cognome:                  Elena Camerelli
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Ho conosciuto il silenzio / delle stelle e del mare, / il silenzio dei boschi prima che / sorga il vento di primavera. / Il silenzio di un grande amore, / il silenzio di una profonda pace dell’anima / Il silenzio tra padre e figlio / e il silenzio dei vecchi carichi di saggezza

Nome e Cognome:                  nunzia martino
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: perché per me il silenzio è la musica dell’anima. C’è bisogno in questo mondo caotico e rumoroso di fermarsi un poco e di ascoltare quello che la natura, gli altri, il nostro cuore hanno da dirci col loro silenzio. Basta con il rumore.

Nome e Cognome:                  armando bossarelli
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: amo il silenzio e la scrittura

Nome e Cognome:                  Barbara de Simone
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: per riuscire ad ascoltare il silenzio in cui mi nascondo, facendo uscire la melodia del suono delle mie profonde emozioni. questo può il silenzio, grazie.

Nome e Cognome:                  lia capalbo
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Il silenzio per me è una necessità quotidiana trovo in esso protezione,appagamento e il corretto equilibrio tra spiritualità e identità del sé

Nome e Cognome:                  Concetta Paduanello
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: perché il silenzio a volte è magico

Nome e Cognome:                  PAOLO PALLARA
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Un nuovo sistema per decifrare e riappropriarsi del nostro tempo

Nome e Cognome:                  Olimpia Binetti
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: amo il silenzio … e rifuggo spesso dal chiasso stridente
per entrare nel mondo magico del canto del respiro, del silenzio melodioso della natura, della mia città incantata solo alle prime luci dell’alba
Sono un poeta e dipingo…con la complicità del silenzio.
Il silenzio “l’sola che non c’è”? o da cercare nell’oceano di voci urlanti.
olympia

Nome e Cognome:                  gianpiero iorio
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: interessato alla cura delle attitudini,aggiornamento professionale

Nome e Cognome:                  fabio di staso
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: perché nella frenesia e nel caos di tutti i giorni e’ necessario fermarsi ogni tanto ad ascoltare il silenzio. mi piace ascoltare il silenzio …

Nome e Cognome:                  lorena pizzica
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: ..il silenzio è un maestro.

Nome e Cognome:                  Gloria Brigada
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: al silenzio devo la capacita’ di riequilibrarmi dopo grandi sofferenze dell’anima

Nome e Cognome:                  Carlo Angius
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Considero il silenzio e tutte le straordinarie sensazioni che esso ti consente di percepire, come un dono prezioso che solo pochi sanno capire e realmente apprezzare. Condividere e cogliere nuove opportunità di ricerca, indirizzate ad una maggiore sensibilizzazione ed una diversa formazione educativa.

Nome e Cognome:                  Marina Mazzeo
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: nel silenzio finalmente sto con me

Nome e Cognome:                  VACCARINO GIUSEPPE/NAPPO GRAZIELLA
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Amiamo la natura con le sue voci e i suoi silenzi, i borghi tranquilli e rifuggiamo confusione e rumori .

Nome e Cognome:                  Maria Sinatra
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Ho provato il silenzio tra i boschi tedeschi; sono alla ricerca di boschi italiani con gnomi e folletti di vita.

Nome e Cognome:                  piera paola staffieri
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: da anni lavoro sul silenzio. in esso c’è l’unica possibile realtà

Nome e Cognome:                  Veronica Delsante
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: La ricerca del silenzio mi sembra essenziale, per provare a coltivare la vita interiore e la spiritualità. Cercare e coltivare il silenzio insieme ad altri… aiuta!!!

Nome e Cognome:                  Gabriella Caggegi
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Il silenzio è la sola strada possibile verso noi stessi ma anche verso gli altri.

Nome e Cognome:                  Nicoletta Clarizia
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: “Sopravviverò al tumulto delle tue parole”

Nome e Cognome:                  loredana mannarino
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: è solo nel silenzio che riesco ad entrare in contatto con la parte più profonda di me stessa.trovo la vostra iniziativa molto interessante. Nascerà anche in Calabria (Catanzaro) un accademia del silenzio? grazie

Nome e Cognome:                  Gianluca Passadore
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Per me il silenzio è un momento di alto valore,di sublime ed aulico incontro con con se stessi.

Nome e Cognome:                  Adelaide
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Tramite il silenzio mi nutro di sensazioni che son difficili da vivere nel caos di sottofondo della città… Mi dona forza e lucidità…ed una indescrivibile pace… ho bisogno del silenzio.
Son felice di sapere che ci sia l’Accademia del Silenzio.

Nome e Cognome:                  Salvo Cremona
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: perché il silenzio è luogo dell’essere, Perché é il silenzio è l’essere, è scoperta, è azione, è adesione, è empatia, è ricerca. Silenzio è comunicare con parole a cui si toglie il rumore della voce che spesso le limita e le rende confuse.

Nome e Cognome:                  piero lombardi
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: ricerca di emozioni silenziose

Nome e Cognome:                  sonia bonafè
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Perché è  solo nel Silenzio che possiamo ascoltare Noi Stessi .

Nome e Cognome:                  roberto paris
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: il silenzio è una grande molla nella mia vita ed è con gioia che abbia trovato un posto e altre persone addirittura gli abbiano dedicato un ‘accademia

Nome e Cognome:                  stella.santini
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Da sempre molto interessata al tema “silenzio” – quale prologo all’ascolto – raccolgo da anni tutto il materiale possibile inerente al tema stesso. Ritengo l’Accademia una preziosa opportunità per approfondire il mio interesse. Grazie

Nome e Cognome:                  Giovanni Lanieri
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: mi riconosco nel “progetto”;
sono anche disponibile a collaborare per eventuali scambi e incontri nella mia zona, io vivo a Spoleto in Umbria.

Nome e Cognome:                  noemi bermani
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: mi sembra meraviglioso
lavoro tra le altre cose costruendo situazioni in cui bambini e adulti possano ascoltare meglio … a presto

Nome e Cognome:                  rev. Doju D. Freire
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Come essere umano, come persona interessata al contatto profondo con la dimensione interiore non separata da quella dell’ambiente esterno, anche come monaca buddhista nella tradizione Soto Zen, sono certa che il silenzio sia un aspetto naturale e fondamentale nella Vita di tutti gli esseri… aspetto oggi davvero importante da praticare.
Grazie per la vostra iniziativa di creare questo blog.
Con il cuore e…in silenzio, un abbraccio

Nome e Cognome:                  Massimo Kaufmann
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Lavoro in silenzio

Nome e Cognome:                  andrea verardo
Email:  andreave69@fastwebnet.it
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: sento il bisogno di silenzio come spazio di ascolto interiore e non solo

Nome e Cognome:                  Massimo Vecchini
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: sono l’animatore del blog Scuola del Silenzio.

Nome e Cognome:                  Carolina Tiraboschi
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Vivo nel silenzio.Questo mi permette di ascoltare il mio cuore, la mia mente, i miei sogni, il mio corpo. Il silenzio mi permette di ascoltare le voci che escono dalla radio, è bello riconoscerle e sapere che qualcuno ci sta parlando. Quando studio, mi piace ripetere quello che conosco, è così che s’impara ad ascoltare se stessi e gli altri. Per me, il silenzio, è la miglior forma di comunicazione.

Nome e Cognome:                  Lorenzo Pisoni
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Perché il silenzio è il modo migliore in cui riesco a trasmettere

Nome e Cognome:                  Egidio Bona
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Vado in montagna da quando avevo 4 anni (ne ho 68) ed amo il silenzio della natura. Da anni cerco di trasmetterla a bambini partecipanti a corsi di Alpinismo
Giovanile regolarmente organizzati da molte sezioni del Club Alpino Italiano.

Nome e Cognome:                  Andreea Mihaela Verga
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Desidero aderire all’Accademia del Silenzio in quanto sposo pienamente le Vs. idee ed in quanto desiderosa di Silenzio… di Ascolto, di un Incontro col mio Io, con Valori, con Arte. Vorrei inoltre partecipare alla Maratona del Silenzio che si terrà a Milano il 9 Marzo

Nome e Cognome:                   Veronella Daniele
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Da qualche anno non sopporto la musica “demenziale” che ci viene propinata nei negozi. Spesso ho parlato con i dirigenti e al massimo ho ottenuto un volume leggermente più basso. Molta gente che conosco non ne può più di questi sottofondi “ad alto volume”  e musiche insopportabili. Grazie del vostro progetto.

Nome e Cognome:                  Cristiana Rigon
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Semplicemente perché sono circondata da troppe parole e abituata a ritmi e corse frenetiche… Ho iniziato il percorso autobiografico… e sto capendo l’importanza del “sostare, darsi tempo, stare con lo sguardo”…

Nome e Cognome:                  Luisa Ceccarelli
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Il silenzio predispone all’ascolto dell’anima ed è il sentiero per una cultura di pace.

Nome e Cognome:                  franca ciccòlo
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Era tempo che qualcuno ci pensasse, grazie a voi dunque. Mi conforta che altri condividano l’amore per il silenzio, luogo della continua rinascita

Nome e Cognome:                  Lucia Fezzardi
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Sono studentessa dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, ho completato la triennale in scultura con la tesi relativa al silenzio nell’opera di Costantin Brancusi.

Nome e Cognome:                Giancarlo Tanucci
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Voglia di scoprire il silenzio

Nome e Cognome:                  Carlo Restano
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: perché sono un professionista del silenzio!

Nome e Cognome:                  Massimo Biondi
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Perché in un mondo nel quale l’urlo, il rumore sono ordinari mezzi di comunicazione (e di prevaricazione) solo rifugiandosi nel silenzio, stando fuori dai cori, si può ancora riflettere

Nome e Cognome:                  Francesca Moggi
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Perché ho bisogno di silenzio, interiore ed esteriore, e perché ho fatto mia l’intuizione bellissima di C.S. Lewis che nelle lettere di Berlicche fa risalire il rumore e il bagno di suoni odierno a qualcosa di demoniaco!

Nome e Cognome:                  Silvana Pelusi
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Aderisco per esercitare la  mente, con il silenzio e nel silenzio, alla consapevolezza del momento presente. Nel frastuono rutilante delle voci e degli eventi scopro spesso la mente persa in ruminazioni sul passato o in fantasticherie sul futuro: penso che l’abitudine al silenzio sia la condizione perché non siano i pensieri a trascinarla di qua e di là, ma sia lei ad avere cura di loro. Abituarla a non perdersi nel passato o nel futuro, ma far sì che il passato e il futuro vivano con consapevolezza nell’esperienza del presente.

Nome e Cognome:                  Mariarosa Grossa
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Ho partecipato a quattro giornate sulla scrittura come conoscenza di sé a Trento con Antonio Zulato. Mi hanno parlato dell’esperienza dello scorso anno di meditazione in cammino con D. Demetrio. Sono molto interessata a parteciparvi.

Nome e Cognome:                  Lavinia Oddi Baglioni
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: perché voglio “sentire” la mia anima

Nome e Cognome:                  Marta Comunale
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Sono interessata ad esplorare tutte le forme di comunicazione e gli effetti comunicativi delle tecniche espressive non solite.

Nome e Cognome:                  Alessandra Maria MATURI
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: per complimentarmi con Voi
per render merito al Vostro spirito d’iniziativa
per il Sogno di Silenzio, esterno e interno, al quale anelo

Nome e Cognome:                  antonella speciale
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Importanza del silenzio come forma di meditazione e come alternativa alla chiacchiera. Il silenzio come comunicazione profonda e ascolto.

Nome e Cognome:                  Carla Chiappini
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Perché al silenzio devo infinita gratitudine

Nome e Cognome:                  Santi Salemme
Email:  xxsanti@gmail.com
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Perché il silenzio  vale più di mille parole.

Nome e Cognome:                  Maria Teresa Pellegrini Raho
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: aderisco perché il silenzio ha infinite sfumature ed è la porta dello stupore

Nome e Cognome:                  Gino Carraro
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: È un’idea geniale. Il silenzio ci manca. Noi siamo fatti anche di silenzio. In effetti i luoghi in cui si può assaporare il vero suono naturale e che ci portano a pensare sono ormai pochi. Farò del mio meglio per censirli nella mia area, anche assieme ai grandi alberi (cosa che già facevo) alle meridiane abbandonate…

Nome e Cognome:                  Maria Paola Proietti
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: mi piace la proposta!

Nome e Cognome:                  Tommasina Squadrito
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: È la comunicazione più profonda. Un disegno di sensi che spero far diventare il più trasparente possibile.

Nome e Cognome:                  nicola manferrari
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Perché era sublime il tempo che in mano avevo la sua mano  e stavo accanto a lei in silenzio.
Un vuoto pieno di parole come il bianco il non colore che in sé tiene ogni colore.

Nome e Cognome:                  rita bruni
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: sono un’insegnante di liceo e il vs progetto e le vs iniziative mi interessano molto, ho aderito anche al dizionario delle parole perdute e trovo stimolanti le vs proposte, mi piacerebbe anche coinvolgere i miei alunni. Grazie


Nome e Cognome:                  Giulia Bianchi
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: perché il silenzio è la miglior reazione agli stupidi e chiude la bocca  a chi la apre a sproposito

Nome e Cognome:                  Marco Galimberti
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Perché ormai da qualche anno ricerco il silenzio nella quotidianità per concentrarmi su me stesso, riflettere, scrivere e trovare le energie per donare un sorriso, attraverso il mio lavoro, a chi ha veramente bisogno

Nome e Cognome:                  pino tossici
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Presumo sia una comunità di persone che sanno stare allegramente in compagnia senza fare inutile rumore.

Nome e Cognome:                  Bruno Pace
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Sono un musicista, la musica è fatta di suoni e di silenzi. La musica si dovrebbe ascoltare in silenzio..

Nome e Cognome:                  Michela Baruzzi
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Il silenzio parla. Nel silenzio mi sento, mi ascolto, mi vivo.

Nome e Cognome:                  Silvia Massotti
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Sono fotografa. La fotografia parla senza emettere suoni. E a volte anche il clic è troppo, così evito di scattare e la foto la tengo per me

Nome e Cognome:                  Mauro Mirri
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: la necessità di (ri)scoprire la vera colonna sonora dei miei pensieri e dei miei luoghi dell’anima

Nome e Cognome:                  Elena Biondo
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: perché le cose più importanti si dicono in silenzio, ma è sempre più difficile che vengano ascoltate.

Nome e Cognome:                  Ileana Tonarelli
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Chi conosce il silenzio non lo dimentica più…

Nome e Cognome:                  Daniela Traine
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: E’ solo nel silenzio e nella natura che ritrovo il mio equilibrio interiore e il senso della  partecipazione all’esperienza universale.

Nome e Cognome:                  Monica Laura Smith
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Come musicista e suono-terapeuta, tengo seminari di “Ascolto Introspettivo”, rivolti a chi desideri esplorare la dimensione del silenzio meditativo. Spero che l’accademia possa essere un luogo di scambio, crescita e diffusione di spazi di quiete dentro e fuori di noi.

Nome e Cognome:                  lucia aprile
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: sono la presidente dell’Adirt (ass. difesa insediamenti rupestri territorio) di Bari che da due anni ha inserito nel programma annuale riflessioni ed esperienze sul Silenzio come si può vedere dal nostro sito www.adirt.it che vi invito a visitare per una collaborazione e condivisione di “cose belle e buone” nelle quali continuiamo a credere e per le quali continuiamo ad operare. Sarebbe bello venire ad Anghiari e voi a Bari. Che ne dite? Lucia

Nome e Cognome:                  valeria magri
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: per incontrare persone che non ritengono che il silenzio sia imbarazzante e per aiutarmi a trovare il silenzio interiore

Nome e Cognome:                  Lilia Gattoronchieri
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: perché il silenzio mi fa paura e mi attrae nello stesso tempo,lo ricerco e lo sfuggo,ma quando mi ci immergo provo un piacere immenso.

Nome e Cognome:                  Roberto Crinò
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: condividere… profondamente

Nome e Cognome:                  roberta necci
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: perché il silenzio non sia considerato un vuoto

Nome e Cognome:                  anna querini
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: per me il silenzio è indispensabile. Il silenzio genera intimità. Soprattutto con se stessi. Silenzio dentro; disegnare finché la mente si zittisce. .

Nome e Cognome:                  Tonia Dibello
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: solo lontano dal frastuono posso avere consapevolezza del mio “qui e ora” e comprendermi pienamente…

Nome e Cognome:                  Alessia Rapone
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Perché è ora di riprenderci la condizione naturale di stare al mondo e con se stessi: in ascolto, e non c’è ascolto senza silenzio. Necessario.

Nome e Cognome:                  giacomo risso
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: perché nella musica del silenzio tutti possiamo ri-scoprire l’essenza della vita, il giusto rapporto col nostro io, nella comunione cogli altri esseri viventi

Nome e Cognome:                  Barbara Canei
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Per difendere la natura silenziosa delle cose, per non dimenticarmi di ascoltarlo…

Nome e Cognome:                  Silvana Visintainer
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: il Silenzio è la colonna sonora che preferisco nella mia vita… mi appartiene.

Nome e Cognome:                  silvia battistella
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: PAROLE-MONDO

Nome e Cognome:                  renato maccacaro
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: non ho nessuna motivazione per aderire o forse tutte… adesso però vado perché non vedo l’ora di stare zitto…

Nome e Cognome:                  CLAUDIA CAMARDA
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Oggi più che mai si sente il bisogno di silenzio e di ascolto.  Due pratiche a me care. Bravi!

Nome e Cognome:                  giovanni ermolli
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Perchè il silenzio mi ha sempre affascinato. Perchè penso ce ne sia un estremo bisogno. Perchè è nel silenzio che trovo me stesso e accolgo l’altro.

Nome e Cognome:                  Zdenka Rocco
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Come faccio ad ascoltare se non c’è silenzio?

Nome e Cognome:                  francesco michi
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Sono il coordinatore italiano di FKL, forum per il paesaggio sonoro, associazione europea con sede in svizzera che si occupa di paesaggio sonoro ed ecologia  acustica. sono interessato a ricevere aggiornamenti sulla vostra attività

Nome e Cognome:                  maria sforza
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Silenzio: ne ho bisogno!

Nome e Cognome:                  benedetto morgera
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Che sia possibile vivere in  quies, pax, tranquillitas, silentium?
Stare seduto a meditare sulle scarne parole dell’Abate Dinouart intorno all’Arte di tacere? Condizione stabile del cuore necessaria per la contemplazione?
Non l’apàtheià degli Stoici, né l’ataraxia degli Epicurei?
Anche una  possibile riflessione  intorno all’importanza da attribuire al silenzio nella musica? Chi sa…
Ora basta, troppe parole.

Nome e Cognome:                  rosa picchi
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio:  sento che saper accogliere e cercare il silenzio apre alla dimensione del possibile, permette di riposizionarci sulle situazioni in modo nuovo, più consapevole, predispone ad una apertura profonda rispetto agli eventi.
Permette di cercare la pace interna prima di tornare all’erosione e alla vitalità del rumore. permette di riconciliarsi con lo scorrere del tempo, che viene assaporato e riempito di significato. Permette la ricchezza della solitudine come occasione di  autocentratura per non ritrovarsi dispersi.
Rende liberi, autentici e creativi.
È la via verso la consapevolezza.

Nome e Cognome:                  Milena Milani
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Il silenzio come scelta. Come momento di ascolto di sé e degli altri. Come modo di riscoprire l’autentico senso del vivere.
Aderisco con entusiasmo a questa bellissima iniziativa.

Nome e Cognome:                  andrea giovanni guido sciffo
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: perché sono rigenerato ogni volta che la presenza del silenzio si forma, con discrezione, intorno a me; e sono convinto che dal silenzio possano sorgere le opere migliori dell’uomo: la generosità, l’affetto e la musica.

Nome e Cognome:                  Vincenzo Rosa
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Operare con una motivata persuasione per una riduzione della dose di frastuono e di decibel che tutti siamo quotidianamente costretti ad assorbire. Amo le informazioni, sonore e visive, purché di qualità e nei luoghi appropriati  e tifo per le iniziative concrete. Guardo pertanto con diffidenza alle copiose citazioni / esibizioni poetiche che  già  vedo presenti nei primi flash informativi sull’Accademia del Silenzio…

Nome e Cognome:                  anita chieppa
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: da due anni la mia ricerca pittorica si muove nel bianco, spazi vuoti, sospesi, ampio respiro, atmosfere del silenzio. 2 anni fa ho eliminato la tv. vivo fuori città, il silenzio è per una necessità vitale. trovo la vita nel silenzio

Nome e Cognome:                  francesco bellomi
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Il silenzio mi è indispensabile perché sono un musicista. Le mie musiche sono, come già sapeva  Gian Francesco Malipiero, “pause del silenzio”.

Nome e Cognome:                  Milena Toniato
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Adoro la musica che va dal 600 sino a fine 800. Ma solo il silenzio,solo l’assenza di suoni e rumori inutili e superflui può consentirne un ascolto profondo, capace di penetrare e di toccare corde interiori in tutti, anche nei profani come me. Solo il silenzio dà vita e valore alla voce della musica.

Nome e Cognome:                  Ada de Bernardis
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: “Io conosco il silenzio
il silenzio che nasce dentro
non quando non c’é rumore.
Il silenzio interiore
é un mistico fluire
un soavissimo andare
uno stare.
Qui il dio non parla
accenna.”
Ecco perché aderisco all’Accademia del Silenzio.

Nome e Cognome:                  Rosanna Chiarlone
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio:  In questo mondo urlato e urlante ho bisogno del silenzio per ascoltare i  suoni e  le voci che parlano al mio cuore e riempiono spazi infiniti nell’anima
Buon silenzio a tutti.

Nome e Cognome:                  Giorgio Crisafi
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Civiltà, amore, passione, interiorità amano il silenzio. Amo il silenzio!

Nome e Cognome:                  maricla Sellari
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Non ho paura del silenzio che mi permette di ascoltare la natura e la sottile voce interiore.
Ma… uscire dal silenzio è difficile perché si incontra un mondo chiassoso dal quale ci si ritrae immediatamente, Mi è capitato di notare che le persone spesso non ascoltano ma parlano simultaneamente. È diventata quasi una abitudine. Credo sia necessario fare qualcosa. Grazie della vostra iniziativa.

Nome e Cognome:                  manlio epifania
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: rallentare, giocare, respirare, amare, condividere.
Nella nostra Bari abbiamo creato OrtoCircuito, il primo orto sociale urbano inteso come rallentatore del ritmo metropolitano, luogo d’incontro eticamente sostenibile non competitivo multietnico, multisociale, multiplo.
www.ortocircuito.blogspot.com

Nome e Cognome:                  Giovanna Mentonelli
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: per me il silenzio è il suono dell’armonia della vita

Nome e Cognome:                  Michela Campaner
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Solo grazie di “dare voce” (!!!) ad un’esigenza tanto fondamentale quanto… inascoltata.

Nome e Cognome:                  maurizio perinelli
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: In principio era il silenzio…

Nome e Cognome:                  Giovanni Mirabile
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Sono un musicista, e anche se la mia vita è piena di bellissimi suoni (oltre che di rumori – come nella vita di tutti noi del resto), spesso quello che cerco è il silenzio. Mi piacerebbe conoscere altra gente come me.

Nome e Cognome:                  Anna Tarocchi
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Perché le parole sono preziose e potenti, quando non le sprechiamo …perché il silenzio aiuta ad ascoltare

Nome e Cognome:                  Ermes Galeazzi
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Il Silenzio è il mio rifugio, è il mio sostegno.

Nome e Cognome:                  lucrezia magistri
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Credo nella forza del silenzio per ritrovare se stessi  e sapere ascoltare l’altro

Nome e Cognome:                  Giuliano Tremea
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: senza silenzio non posso cantare e forse la mia voce non la sentirò nel silenzio … ma esiste il mio canto muto … scusatemi

Nome e Cognome:                  Chiara Carrer
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: ho un casale nelle perse colline di Molin nuovo, amo il silenzio perchè lo vivo e amo profondamente.
nel silenzio riesco a trovare intimità e riflessione, concentrazione e contemplazione, lavoro con l’illustrazione e perciò non solo condivido il vostro progetto, ma vi propongo di allargare la vostra ricerca anche al linguaggio dell’illustrazione e mi  propongo come insegnante, professione che svolgo regolarmente da anni.
spero presto di venirvi a trovare grazie

Nome e Cognome:                  Stefano Palmieri
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Ritengo che sia opportuno opporci in qualche modo alla musica e ai rumori indesiderati,
Stefano Palmieri

Nome e Cognome:                  chiara serafina campolattano
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: il silenzio è la dimensione parallela inserita in
modo incidente in uno sprazzo di realtà….

Nome e Cognome:                  luciano palladino
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: condividere il progetto che è unico, tante le sfaccettature, tanti gli impegni e le forme per camminare nell’unica direzione della consapevolezza e della conoscenza.
Sono felice nell’aver trovato questa vostra iniziativa e sarei felice di poter condividere i progetti che portiamo avanti con il nostro Centro Divenire.
Se, ritenete che possiamo ritrovarci, vi prego fate una visita al nostro sito www.divenire.net.
grazie, cari saluti

Nome e Cognome:                  Anna Maria Gargiulo
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Credo sia importante condividere la narrazione dei silenzi, i diversi silenzi che governano periodi o intere vite, talvolta!
Ecco, dar voce a questi silenzi, è quasi una preghiera… o forse un dovere!

Nome e Cognome:                  Livio Masarà
Motivazioni per cui vuoi aderire all’Accademia del silenzio: Mi pare un’istituzione più che meritoria nel frastuono pleonastico che ci circonda.