Camminare e scrivere per dilatare il tempo

Da La Stampa del 13 novembre intervista a Duccio Demetrio

5 domande a Duccio Demetrio - Filosofo

Duccio Demetrio insegna Filosofia dell’educazione e Teorie e pratiche della scrittura all’Università degli studi di Milano–Bicocca, ed è tra i fondatori dell’Accademia del Silenzio, ospitata nel bellissimo borgo di Anghiari. Alcune sue riflessioni sono pubblicate nei «Taccuini del silenzio» editi da Mimesis.
Professore, in che modo il silenzio ci semplifica la vita?
«Intanto mette le basi per la ridurre lo stress e migliorare la concentrazione. Sembra banale, ma siamo più abituati al frastuono, nel traffico, nelle strade, che al silenzio. Lo spazio del rumore è quello del consumo. Compri, spendi, corri e fai risuonare parole. Comprimi il tempo, lo riempi».
E invece?
«Dobbiamo dilatarlo, decomprimerci. Un modo è la scrittura, una laguna dentro la quale adagiare noi stessi per star bene, per il piacere di farlo. Non vorrei si pensasse al silenzio in cima a una montagna, sarebbe troppo facile. È un silenzio che portiamo nel taschino, anche vicino a una metropolitana. È una reazione sana alla complessificazione, alla nevroticità. Così possiamo ascoltare, liberare spazio dentro e
attorno a noi».
Oltre ascrivere?
«È utile camminare, non per fare shopping, ma per risvegliare la curiosità e immergerci nel mondo sapendo che possiamo staccarcene, come asceti metropolitani. Così preparati potremo andare alla ricerca dell’essenziale. Noi, come Accademia abbiamo fatto il Capodanno in silenzio e il Ferragosto in silenzio. Sappiamo che di silenzio c’è bisogno
per arrivare in profondità».
Oggi c’è in giro molto minimalismo, molta finta semplicità.
«La parola può essere ambigua. La semplificazione non è una questione di burocrazia o di design. È un percorso interiore».
In che modo lei si è semplificato la vita?
«Ho rinunciato ai mezzi di trasporto. Non soltanto l’auto.Vado a piedi tutte le volte che posso».
[R. SAL.]