25-27 agosto, Anghiari
Termini di iscrizione prorogati al 15 luglio
Laboratori
- Il silenzio è nelle parole a cura di Angelo Andreotti, Maria Grazia Comunale
- Una luminosa quiete. I fondamenti comuni nelle pratiche di meditazione a cura di Giampiero Comolli
- Camminare in Val Sovara nelle ascesi della scrittura a cura di Duccio Demetrio
- Il piacere inter-detto. Il film come sguardo raccontato in silenzio a cura di Emanuela Mancino
- Parlare col silenzio, dialogare senza parole. Letture, esercizi e tecniche per comunicare tacendo a cura di Nicoletta Polla-Mattiot
- Le silenziose parole del sogno a cura di Giampiero Quaglino
Lezioni magistrali e conversazioni sul silenzio
25 agosto h 19.00
- Raffaele Milani, Paesaggi e Silenzi
- Valentina D’Urso La comunicazione non verbale e l’espressione delle emozioni
- Marco Ermentini, Imparare a vedere il silenzio con gli occhi. I luoghi timidi e silenti
26 agosto h 19.00
- Cosimo Laneve, Il silenzio nella scuola
- Cristina Bracchi, Geografie del silenzio e scritture di sé
27 Agosto h 12.30
- Stefano Raimondi, La detonazione del silenzio
- Emanuele Ferrari, Emozione, immaginazione, silenzio nell’ascolto musical
Calendario
I laboratori si svolgeranno dal 25 al 27 agosto
- 25 agosto: h 15.00 inizio lavori, h 19.00 conversazioni
- 26 agosto: h 9.00 inizio lavori, h 19.00 conversazioni
- 27 agosto: h 9 inizio lavori, h 12.30 conversazioni
iscrizione ai laboratori: entro il 15 luglio con possibilità di
esprimere due opzioni. Limite massimo di partecipanti per laboratorio:
20. Costo per la partecipazione ai laboratori ed alle lezioni
magistrali:
180 euro oltre all’associazione alla Lua
Per iscriversi compilare la scheda.
Scaricare la brochure:
Esterno –
Interno
Descrizione e presentazione dei laboratori
Il silenzio è nelle parole
a cura di A. Andreotti e M.G. Comunale
C’è un silenzio tacito e ha un peso, ha un tempo, ha una semantica;
ma poi c’è anche un altro silenzio, che è leggero, è uno spazio, è una
sintassi. Il primo è all’insegna del verbo “avere”, il secondo sotto
l’egida del verbo “essere”. Uno esprime significati, l’altro li mette in
musica facendo sì che questi stessi significati non siano soltanto
capiti, ma soprattutto “sentiti”. Noi dunque ci occuperemo del secondo
tipo di silenzio, e lasceremo che sia la parola poetica a rivelarlo
attraverso la voce che le dà corpo.
Con esercizi che prevedono letture di poesie alternativamente con la
mente e con la voce, potrà accadere che il silenzio si faccia sentire, e
paradossalmente con maggior forza proprio attorno a quella voce intenta
a rendere la parola poetica. Ciascun partecipante proporrà qualche
suggerimento poetico, e si munirà di carta e penna per esercitazioni di
scrittura.
Una luminosa quiete
a cura di Giampiero Comolli
Le tradizioni religiose hanno elaborato nei secoli diverse forme di
meditazione per entrare in un contatto sempre più stretto, intenso e
consapevole con Dio o con l’Assoluto. Ma nonostante la loro diversità,
tutte queste svariate forme di meditazione poggiano su alcuni fondamenti
comuni: la ricerca del silenzio, l’immobilità della postura corporea,
l’acquietamento delle tensioni interiori. Se si riconoscono tali
fondamenti comuni, e se ne fa esperienza, diventa possibile apprendere e
praticare una meditazione di base, laica, aperta a credenti e non
credenti, capace comunque, pur nella sua semplicità, di generare nuove
forme di coscienza: qualcosa come una “luminosa quiete”, una lucida
serenità, non antitetica, bensì contigua e complementare alle forme di
consapevolezza rese possibili dalla scrittura poetica e
autobiografica.
Camminare in Val Sovara nelle ascesi della scrittura
a cura di Duccio Demetrio
Alla scrittura il silenzio è necessario, al camminare lento si addice
la parola attenuata. Per il pensiero sono vitali l’uno e l’altra. Il
seminario creerà le condizioni più adatte a vivere l’esperienza del
silenzio in una sequela dedita alla meditazione interiore e alla
contemplazione dei paesaggi. Si scriverà sulle “cartulae”, taccuini ante
litteram, che San Francesco amava portare con sé. La sua religiosità ci
accompagnerà in momenti di ascolto del silenzio e della sua parole in
una valle i cui sentieri portano alla Verna.
Il piacere inter-detto. Il film come sguardo raccontato in silenzio
a cura di Emanuela Mancino
Il silenzio è il preludio della visione, come il buio che avvolge lo
sguardo in sala, al cinema. Il cinema gioca davanti e dentro ai nostri
occhi come una magia, è un prestigiatore del nostro immaginario, della
nostra memoria e dei nostri sogni. Il silenzio è anche la misura della
nostra presenza di fronte allo schermo. Non sempre, però, riusciamo a
far parlare quel silenzio: lo sguardo copre le immagini; l’abitudine e
la sovrabbondanza di stimoli visivi, acustici, mediatici operano un vero
e proprio inquinamento di segni, una saturazione di stimoli che
distolgono la visione dal suo rapporto con quel che apparentemente tace,
sullo schermo, perchè invisibile. Il percorso laboratoriale condurrà i
partecipanti ad attraversare con attenzione il proprio sguardo alle
immagini.
Il silenzio diverrà dunque lo spazio aurorale del guardare e del comunicare.
I film e gli spezzoni cinematografici che saranno i luoghi in cui
esercitare il silenzio dello sguardo diventeranno allora territori in
cui muoversi educandosi al mistero, decostruendo quel che si vede e i
modi in cui lo si vede e non decifrando enigmi o impadronendosi di
significati: il silenzio ci insegnerà l’attesa e la sosta della visione.
Parlare col silenzio, dialogare senza parole.
a cura di Nicoletta Polla-Mattiot
“Ascoltare con gli occhi”, e non solo con le orecchie, è una qualità
dell’amore, la capacità di mettersi in relazione con l’altro e con il
suo stato d’animo, oltre che con le sue parole. Gli antichi oratori
erano perfettamente consapevoli che, accanto alla comunicazione verbale,
c’è un codice parallelo di messaggi che trasmettiamo attraverso il
nostro corpo, la postura, la gestualità, le pause, i non-detti, il ritmo
e i tempi scelti per parlare. In silenzio e col silenzio si può
trasmettere affettività e seduzione, forza e carisma, concentrazione,
suspence. Si può incutere rispetto, chiedere e creare attenzione,
mostrare tatto, favorire la creatività e la complicità… Esiste una
lingua del silenzio e un uso efficace del discorso pausato, che
valorizza le parole, che dà forza e credibilità al nostro modo di
esprimerci. “Tutte le arti, anche il silenzio, hanno una grammatica. Ma
prima bisogna sintonizzarsi sull’anima: con il corpo, con il cuore, con
lo sguardo”. Lo sperimenteremo attraverso letture, ascolti ed esercizi
pratici. Il seminario è suddiviso in quattro moduli, ciascuno con una
parte teorica e una parte pratica (con lavoro di gruppo) di tecniche per
comunicare tacendo.
Le silenziose parole del sogno
a cura di G. Quaglino
Il sogno parla in silenzio. Ma, forse, noi nel sogno parliamo in
silenzio a noi stessi. Resta il fatto che le parole del sogno non sono
facili da udire. Se non prestiamo attenzione, se non dedichiamo ascolto,
oltre che silenziose, esse risulteranno mute. Eppure, il sogno è il
nostro più prezioso alleato, il confessore più fidato, il miglior
conoscitore dei nostri segreti, il narratore più instancabile del nostro
cammino. Prepariamoci, dunque, a far parlare i silenzi del sogno come
una lingua che possediamo, come una lingua che ci appartiene, ma di cui,
forse, non riusciamo sempre a cogliere la voce, a comprenderne le
parole.